“Non avevamo indizi particolari, i nostri uomini hanno fermato il furgone per puro istinto”. Si è espresso così ai microfoni della SRF Senad Sakic, capo della polizia criminale del canton Nidvaldo, in merito al furgone intercettato ieri mattina, verso le 6.30, a Hergiswil, all’interno del quale erano stipati 23 migranti.
Il veicolo è stato fermato nell’ambito di un controllo del traffico di routine; gli uomini – di età compresa fra i 20 e i 50 anni – nascosti al suo interno sono di nazionalità afghana, indiana, siriana e bangladese. "Erano visibilmente esausti, perché erano già in piedi da diverse ore senza riposare né mangiare", racconta Sakic, che parla di un "trasporto disumano"; il viaggio deve essere stato un grande sforzo, sia fisico che psicologico, aggiunge.
I rifugiati sono stati presi in carico dal servizio di soccorso. Attualmente si trovano nel centro di accoglienza per rifugiati di Stansstad, si legge ancora sul sito della SRF.
Il furgone a bordo del quale viaggiavano i migranti
Arrestato l’autista
Il veicolo, con targhe italiane, viaggiava in direzione nord sull'autostrada A2; in Svizzera è entrato con ogni probabilità da un valico ticinese, anche se per il momento non ci sono conferme da parte delle autorità. Il conducente del furgone, 27 anni, residente in Italia, è stato arrestato. La procura di Nidvaldo ha avviato un procedimento contro di lui per sospetto traffico di persone.
L'uomo sostiene tuttavia di non sapere nulla del suo carico umano. "Durante l'interrogatorio iniziale – aggiunge Sakic – dice di aver avuto l'ordine di fare da autista all'auto da Milano a Basilea, dove un altro autista avrebbe preso il furgone in consegna”.
La Svizzera non sembra essere la destinazione finale delle persone nascoste nel retro del mezzo: stando agli interrogatori, i migranti erano invece diretti in Francia, Germania e Gran Bretagna.