Un "sì" che traballa, un altro "sì" un po' più solido e un "no" che emerge invece in termini piuttosto netti. Sono questi, in buona sintesi, gli esiti del secondo sondaggio SSR sulle votazioni del 7 marzo. E a spiccare è un quadro delle tendenze che, sotto più aspetti, risulta molto diverso da quello rilevato lo scorso mese.
Iniziativa: quasi un testa a testa
Tanto per cominciare si è sensibilmente ridotta la quota dei favorevoli all'iniziativa popolare contro la dissimulazione del viso. I consensi al testo fanno ancora registrare su scala nazionale una maggioranza (49%), ma sono anche calati di ben 7 punti percentuali rispetto agli esiti del sondaggio effettuato in gennaio. Di converso è invece aumentata nella stessa proporzione la quota dei pareri di segno contrario, che ora si attesta al 47%. Quasi un testa a testa, quindi, e con la concreta prospettiva di un "no" che alla fine potrebbe prevalere nelle urne. Un "sì" vincente non può tuttavia essere del tutto escluso, se si considerano l'intensità della campagna in vista del voto e l'emotività che continua a caratterizzare il dibattito sul tema.
Il quadro delle tendenze sul primo oggetto in votazione
Il livello di formazione delle opinioni risulta qui davvero avanzato: solo il 4% degli interpellati manifesta ancora indecisione, mentre è il 74% ad aver già maturato una ferma intenzione di voto a favore o contro la proposta di modifica costituzionale. I pareri di segno contrario guadagnano terreno in tutte le regioni linguistiche e in modo più incisivo in Romandia, dove ora sfiorano il 50%. Una crescita delle opinioni sfavorevoli si constata anche nella Svizzera italiana dove, tuttavia, il testo incassa ancora consensi nella misura del 62%.
ID elettronica: netta tendenza al "no"
Una chiara inversione di tendenza si manifesta invece in relazione al secondo oggetto sottoposto ai votanti: la nuova legge sui servizi d'identificazione elettronica, che ancora in gennaio poteva contare sul 52% di consensi, risulta ora avversata dal 54% degli interpellati. Il fronte dei favorevoli, sempre a livello nazionale, si è così ridotto al 42%. Sviluppi, questi, tali da riflettere i dibattiti controversi che il dossier, nelle ultime settimane, ha suscitato sui media e anche in seno ai partiti. In ogni caso questo quadro delle intenzioni di voto non può che stridere rispetto alle ampie maggioranze che, in Parlamento, hanno invece sostenuto l'adozione della legge.
Dato nazionale e regionale sugli orientamenti relativi alla nuova legge
Va tuttavia precisato che, sul tema, la formazione delle opinioni si attesta ancora ad un livello solo mediamente progredito. Quanto poi alle tendenze a livello regionale, è ancora la Svizzera italiana a fare una netta differenza rispetto al dato complessivo: infatti i pareri favorevoli alla normativa, pur a fronte di una netta crescita di quelli contrari (ora al 41%), si impongono ancora e nella misura del 53%. Nella Svizzera romanda, e più ancora in quella tedesca, i dissensi sulla normativa sono invece ora prevalenti.
Accordo con l'Indonesia: cresce la polarizzazione
Può infine contare su una maggioranza a favore, per quanto di stretta misura, l'accordo di partenariato economico con l'Indonesia. L'intesa fra Jakarta e i paesi dell'AELS ha infatti complessivamente i favori del 52% degli interpellati. Ciò corrisponde ad un punto percentuale in più rispetto al dato scaturito dal primo sondaggio. Anche qui si constata però un'avanzata dei pareri di segno contrario, che sono passati dal 36% al 41%. Gli esiti del rilevamento mostrano che sull'accordo, sempre molto dibattuto per la problematica dell'olio di palma, si registra una crescente polarizzazione a livello politico: ad attestarla sono i dissensi in aumento fra i simpatizzanti della sinistra, come pure la crescita delle opinioni favorevoli che si riscontra fra i sostenitori dell'area di centro.
Gli orientamenti emersi in relazione all'intesa commerciale
Nella Svizzera italiana risulta invariata (50%) la quota di coloro che si esprimono a favore. Il fronte dei contrari ha tuttavia guadagnato 10 punti percentuali rispetto agli esiti del precedente rilevamento. Sempre a livello regionale solo in Romandia si rileva per ora una maggioranza (48%) contraria all'intesa commerciale.
Il sondaggio, effettuato fra il 10 e il 18 febbraio, si basa sulle risposte pervenute da più di 12'000 persone interpellate tramite interviste telefoniche o attraverso le pagine allestite sui portali d'informazione della SSR. I risultati, elaborati dall'istituto Gfs.bern, presentano un margine d'errore statistico per eccesso o per difetto di 2,8 punti percentuali.
Il sondaggio GFS sulle prossime votazioni
Telegiornale 24.02.2021, 13:30
Alex Ricordi