Ristoranti e take-away devono restare soggetti a due tassi IVA differenti: la pensa così la maggioranza del Consiglio nazionale, che mercoledì ha deciso di bocciare (per 94 voti contro 78 e 16 astenuti) l’iniziativa in materia di GastroSuisse.
Il testo – che chiede di abbassare l’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto per i ristoranti (attualmente all’8%) al livello di quella applicata alle derrate alimentari e a chi vende cibi da asporto (2,5%) – è stato sostenuto in aula dall’UDC e da una parte del centrodestra. Così facendo si eliminerebbe “una disparità di trattamento non più tollerabile”, aiutando indirettamente anche il turismo.
Per la maggioranza dei deputati, composta dal campo rosso-verde e da una parte di PPD e PLR, la riduzione dell’IVA per i ristoratori comporterebbe minori entrate fiscali per 700-750 milioni di franchi l’anno: una mossa ritenuta irresponsabile in un momento non rallegrante per le finanze federali e che andrebbe a pesare sulle assicurazioni sociali.
Il dossier passa ora al Consiglio degli Stati.
ATS/cos
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