Clio Monnin ora è madre di due gemelle. Sono nate in gennaio, dopo sette mesi, e ora stanno bene, ma la sua è stata una gravidanza complicata: “Ad un certo punto ci hanno detto che soffrivano della cosiddetta sindrome di trasfusione feto fetale. In pratica – spiega – una bambina riceveva tutto il nutrimento e l’altra lo donava tutto. Una cresceva mentre sua sorella era sempre più piccola”.
Casi di questo tipo si possono verificare quando i gemelli hanno la stessa placenta, e se non si interviene tempestivamente i feti non sopravvivono. “Eravamo appesi ad un filo”, racconta Yoan Monni, il papà, “ci hanno detto che bisognava operare al più presto”.
Clio Monnin e le sue bimbe
Operazione in utero
Ad occuparsi dell’operazione è stato David Baud, del CHUV di Losanna, uno dei due specialisti svizzeri capace di intervenire chirurgicamente su un feto. Il dottor Baud individua i vasi sanguigni responsabili della malattia : “Con una cannula dotata di microtelecamera entriamo nel ventre della mamma – spiega –, cerchiamo i vasi incriminati e li distruggiamo con il laser. Talvolta i feti afferrano lo strumento mentre operiamo. A quel punto dobbiamo aspettare che lascino andare quello che per loro è un giocattolo per continuare a operare”.
Operazioni in utero: le spiegazioni del dottor David Baud
RSI Info 02.04.2019, 00:50
L’intervento richiede una precisione estrema. E il successo non è sempre garantito. O perché la placenta è messa male o la malattia dei bambini è tropo avanzata.
“Purtroppo, il rischio c’è e non è trascurabile – ammette Baud –, nel 15% dei casi si verifica un’interruzione di gravidanza. Ma la percentuale sarebbe del 90% se non si operasse".
Grazie a questa tecnica, praticata anche da un collega di Baud all’Inselspietal di Berna, nell’85% delle operazioni almeno un bambino sopravvive. Nel 70% dei casi, invece, sopravvivono entrambi.