Inedite dinamiche turistiche si stanno delineando nel nostro Paese in questi mesi estivi segnati dal coronavirus: ospiti svizzero-tedeschi che visitano la Romandia per la prima volta, e romandi che mai prima d'ora si erano avventurati al di là del simbolico Röstigraben. È quanto emerge dalle ricerche della RSI dopo aver sentito una decina di Enti turistici d'oltre San Gottardo.
Alzi la mano chi ha già visitato il Canton Glarona, o la costa turgoviese del Lago Bodanico. Regioni "lontane" dai classici itinerari turistici. L'incertezza legata all'emergenza sanitaria ha però portato molti svizzeri a riscoprire il Paese, evitando i più gettonati Grigioni, Vallese e Oberland bernese. La prima di una lunga serie di conferme giunge dal direttore dell'Ente turistico Turgovia-Bodensee. "Per noi è veramente una manna - Afferma Rolf Müller. La sponda germanica del nostro Lago è molto apprezzata da vacanzieri tedeschi. La parte svizzera non è praticamente considerata... e come svizzero-tedeschi guardiamo tutti al Ticino... Ora la situazione è cambiata!"
La novità di quest'anno - prosegue Müller - è però segnata da presenze inattese. "Vacanzieri germanofoni, e tanti - tantissimi ospiti provenienti da tutti i Cantoni romandi".
Un'insolita presenza che ci viene confermata pure dagli Uffici turistici di Sciaffusa, Soletta, Argovia, Lucerna, e via dicendo. Dati parziali sui pernottamenti lasciano ben sperare, nonostante il crollo del turismo d'affari. La situazione più critica riguarda Basilea-Campagna, che lamenta scarso interesse per il sito romano di Augusta Raurica.
A parlare di "solidarietà patriottica" è Carine Dougoud: dell'Organizzazione turistica della Gruyère. "In questo caso è la presenza di svizzero-tedeschi a farsi sentire in modo massiccio, rispetto agli anni scorsi. Lungo un asse di passaggio, a sole 2 ore da Zurigo".
Stessa situazione osservata dall'Ente turistico vodese per quanto riguarda le località montane. Città come Losanna e Ginevra sono invece convinte che neppure il turismo interno porterà grandi benefici.