Svizzera

Il virus non è cambiato

Intervista a François Balloux, dell’Università di Londra, che ha condotto una ricerca sulla virulenza e la capacità di diffusione del covid-19

  • 7 giugno 2020, 23:34
  • Ieri, 19:12
02:55

Il Covid è mutato ma non ha perso di virulenza

Telegiornale 07.06.2020, 22:00

Di: TG/SP 

La comunità scientifica è divisa in merito alla virulenza e alla capacità di trasmissione - attuale e futura - del coronavirus. A tal proposito l'Imperial College di Londra ha condotto un'accurata ricerca genetica. “Il nostro obiettivo era quello di capire quali sono le zone del virus più stabili. Questo per avere vaccini più efficaci”, racconta al Telegiornale l'autore dello studio, il losannese François Balloux, ora a capo dell'Istituto di genetica della capitale britannica.

“In seguito ci siamo posti la questiona sulla virulenza. I virus mutano e mutano in fretta, fanno errori che possiamo definire di tipografia genetica. Noi - dei 15 mila virus analizzati di 75 paesi - non abbiamo trovato alcuna mutazione che possa portare a una trasmissione più elevata. E nemmeno più lieve. E questo è quello che abbiamo riscontrato anche per la severità dei sintomi. Non abbiamo osservato ceppi più o meno virulenti”.

In tutto sono 6.822 le mutazioni recensite. 273 quelle più frequenti, ma solo una trentina quelle viste più volte. Molti dunque si chiedono perché oggi il virus circola meno… “Secondo i nostri risultati non è tanto il virus a cambiare. – spiega Balloux - Ma sono piuttosto i fattori esterni: tre in particolare. In primis, ci sono ancora misure di distanziamento sociale e sanitarie. Soprattutto non ci sono i grandi eventi, in luoghi chiusi di alto contagio. All’esterno invece la trasmissione avviene più difficilmente. Una seconda spiegazione potrebbe essere la stagionalità, come succede con altri Coronavirus. Non è la principale, ma ci sono ipotesi che in estate ci sia meno trasmissibilità. Infine c’è un terzo elemento su cui c’è dibattito: l'ipotesi che una parte della popolazione sia immune, potenzialmente potrebbe essere grazie all’esposizione passata con altri Coronavirus. Ma come detto è un'ipotesi ancora in discussione, da studiare”.

Professore, c’è chi pensa che il virus in futuro si possa adattare all’uomo ed essere meno virulente lei cosa ne pensa? “È difficile da dire. Spesso c’è l’idea che i patogeni diventano meno virulenti in misure che si adattano all’ospite. Non è falso, ma è vero soprattutto quando un virus si trasmette orizzontalmente - da madre a figlio ad esempio. Meno verticalmente come il coronavirus. Qui ci sono più fattori che entrano in gioco. Detto questo oggi è difficile prevedere che ci sia un ceppo più virulente, ma bisogna essere realisti e non possiamo partire dal principio che il virus perderà forza.”

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