I vaccini anti-Covid sviluppati fino ad ora resteranno efficaci anche di fronte alla variante cosiddetta "inglese" del coronavirus. Questo perché la tecnologia su cui sono basati permetterà - anche in caso di mutazioni più estreme - di correggere lo stesso preparato e renderlo nuovamente efficace. A spiegarlo è Alessandro Diana, docente alla Facoltà di medicina e all'unità di vaccinologia dell'Università di Ginevra.
Quella rilevata nel Regno Unito, ricorda, "è una variante molto più contagiosa, vuol dire che il virus si è adattato all’umano. La variante che si vede anche sulla proteina Spike, che non è nient'altro che la chiave che permette al virus di entrare nella serratura delle nostre cellule. Sembra che questa chiave stia diventando sempre più affine alle nostre serrature". Un meccanismo, questo, che fa parte "dell'evoluzione naturale di tutti i virus, soprattutto quando passano dall'animale all'uomo, ma la buona notizia è che al momento non c'è nessuna evidenza che sia più virulento", osserva il vaccinologo.
La variante, che è gia stata individuata in Italia e in altri Paesi, "molto probabilmente è già anche in Svizzera e un po' dappertutto in Europa", afferma Diana. Quello che preoccupa di più rispetto ad altre varianti è che contiene una ventina di mutazioni alcune delle quali nella proteina Spike, cioè quella 'chiave' del virus".
Sul fronte della ricerca, però, non bisognerà ricominciare tutto d'accapo. "I vaccini restano efficaci", assicura l'esperto. Anche se a livello teorico, "c'è il rischio che se il virus continua a mutare, la proteina Spike, cioè quella che induce l'immunità in noi esseri umani" non riesca più a indurre le dovute risposte nel nostro organismo. "Ma abbiamo la fortuna di avere dei vaccini che usano la tecnologia del RNA messaggero, che non è nient'altro che un codice che istruisce le nostre cellule a fabbricare il 'vaccino'. Quindi nell’eventualità che questo virus presenti delle varianti tali da renderlo inefficace, basta cambiare il codice di questo RNA - un codice a quattro lettere - per poter avere la nuova proteina e permettere alla popolazione di essere protetta". In altre parole, conclude, "la tecnologia di questi vaccini ci permette di adattarci con il virus".
L'azienda BioNTech, che assieme a Pfizer ha prodotto il primo preparato omologato in Svizzera, ha reso noto nella serata di lunedì che analizzerà la variante nei prossimi giorni.
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Telegiornale 22.12.2020, 13:30