Quasi un migliaio di tibetani e uiguri – 1'000 secondo gli organizzatori e 700 stando alla polizia – hanno manifestato venerdì a Ginevra contro la politica portata avanti dal Governo cinese nei loro confronti. I primi chiedono all’ONU investigazioni sulle presunte violazioni dei diritti dell’uomo, mentre i secondi hanno lanciato un appello affinché venga fermato il "massacro" della loro comunità nell’ovest del paese.
Uiguri e tibetani in piazza
"La Cina è il nostro nemico e quanto sta accadendo in Tibet è illegale" ha dichiarato un responsabile buddista sulla Place des Nations, dove è anche stato osservato un minuto di silenzio.
In seguito è anche stato letto un messaggio redatto dalla star di Hollywood Richard Gere, presidente della Campagna internazionale per il Tibet, nel quale condanna la prevista distruzione del monastero di Larung Gar: le autorità di Pechino, ha scritto, devono capire la grande importanza che questo santuario ha non solo per numerosi cinesi, ma anche per l’intera umanità.
ats/mrj