Fare politica in Svizzera per una persona con un passato migratorio è ancora difficile: ha radici all’estero il 39% della popolazione, ma solo il 12% dei parlamentari, evidenzia il professor Gianni D’Amato dell’Università di Neuchâtel, autore con Dina Bader di uno studio i cui primi risultati sono stati presentati in occasione della Festa dei popoli in corso a Locarno. Si tratta poi soprattutto di persone di origine italiana - più accettata oggi anche nella Svizzera tedesca, rispetto agli anni ‘70 o ‘80 - francese, tedesca o spagnola.
SEIDISERA 23.09.2023 Intervista di John Robbiani al professor Gianni D’Amato
RSI Info 23.09.2023, 18:48
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Due eccezioni sono i consiglieri nazionali Sibel Arslan e Mustafa Atici, entrambi di origine curda e schierati a sinistra, la prima nel gruppo dei Verdi, il secondo in quello del PS. Anche fra i socialisti, tuttavia, spiega D’Amato, sono emerse alcune reticenze quando il secondo, un imprenditore basilese, ha avanzato la sua candidatura alla successione di Alain Berset in Consiglio federale.
Se da un lato la lista delle candidature per le prossime elezioni federali mostra una generale accettazione un po’ in tutti i partiti di persone con un passato migratorio, un altro paio di maniche è che poi queste abbiano la concreta possibilità di fare carriera nell’organizzazione o in Parlamento.
Con uno slogan in italiano alla guida di San Gallo
Chi ce l’ha fatta a fare strada è Maria Pappa. La socialista con origini italiane nel 2020 è stata non solo la prima figlia di immigrati ma anche la prima donna a diventare sindaca di San Gallo, con uno slogan in italiano: “Forza Maria”. Il suo passato è stato un ostacolo? “Dal momento in cui ho avuto la cittadinanza è stato tutto molto veloce”, racconta. Era il 2010. Nel 2013, al primo tentativo, arrivò all’elezione nel Legislativo comunale. “Non me lo aspettavo affatto”, dice. Un successo che si spiega “forse perché ero già molto attiva in diverse organizzazioni, nella Chiesa, nel volontariato”. Le venivano date poche possibilità anche nella corsa al municipio nel 2017 e in quella al sindacato tre anni dopo, ma in entrambi i casi ha smentito i pronostici.
La tensione e spaccatura fra svizzeri e migranti di origine italiana, tuttavia, l’ha sentita. “Gli italiani non si sono mai davvero interessati della politica”, afferma Pappa, e tanti non affrontano la procedura che porta alla concessione del passaporto. “Anche a me dicevano spesso ‘ma tu sei italiana’, anche se sono nata qui”, ricorda.
Se il sistema politico federalista della Svizzera tiene conto per quanto possibile delle minoranze regionali, conclude la sindaca di San Gallo, altre minoranze come donne, immigrati o persone con disabilità sono ancora poco rappresentate in politica. E restano “ancora tanti pregiudizi”, anche nei confronti di chi magari non parla bene la lingua. È a causa di questi che queste persone non entrano in politica o “solo in pochi lo fanno”.