Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) chiederà nei prossimi giorni assistenza giudiziaria all'Egitto al fine di “ottenere le prove di un eventuale reato preliminare al riciclaggio di denaro”, in rapporto con i fondi in Svizzera, circa 700 milioni di franchi, del deposto presidente Hosni Mubarak e del suo entourage. La Svizzera era stata il primo paese a congelare i fondi all'estero del clan Mubarak, nel febbraio 2011.
In una nota odierna, l'MPC afferma di essersi “occupato assiduamente del dossier egiziano” nei mesi scorsi e che “gli sforzi si sono concentrati sull'accertamento dei fatti e delle relazioni tra le persone indagate - tutte facenti parte dell'entourage dell'ex presidente Hosni Mubarak - e sull'analisi delle relazioni bancarie e dei flussi finanziari”.
Lo scorso 18 dicembre, il Consiglio federale aveva deciso di prorogare per altri tre anni il blocco di tutti i valori patrimoniali detenuti in Svizzera dal clan Mubarak e dall'entourage del deposto presidente tunisino Zine el Abidine Ben Ali.
ATS/Swing
Il caso tunisino
Nel caso della Tunisia, le somme bloccate in occasione della “primavera araba” ammontano a circa 60 milioni di franchi. Tali importi comprendono sia i fondi congelati dal Consiglio federale sia quelli il cui blocco è stato deciso nell'ambito dell'assistenza iudiziaria e dei procedimenti penali.