In alcune zone delle Alpi la neve che ha imbiancato le vette anche al sud è già abbondante. Negli ultimi giorni sulle montagne attorno a Martigny in totale sono caduti fino ad un massimo di 166 centimetri di neve fresca, come alla stazione di L’Ecreuleuse, a 2’252 metri di quota, dove negli ultimi tre giorni ne sono stati misurati 131. Il passaggio in rapida successione delle depressioni denominate Ciarán e Domingos ha portato lo spessore del manto a stabilizzarsi attorno a 1,2 metri.
Ma il Basso Vallese non è l’unica regione che si è ritrovata imbiancata. Secondo i dati dell’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe (SLF) di Davos , sopra i 2’000 metri ci sono diverse aree dove si misurano tra i 50 e gli 80 centimetri di neve fresca. Tra queste vi sono anche la zona del Lucomagno, quella del Bernina, quella del Pizzo Campo Tencia, quella del Passo dei Sabbioni in Val Bedretto, quella del Murtaröl in Val Müstair e della Porta d’Es-cha sopra Zuoz.
Pericolo da moderato (giallo) a forte (rosso)
Nelle località della Svizzera italiana che si trovano alle altitudini più elevate si misurano: 32 centimetri neve a San Bernardino (1’600 metri), 13 a Bosco Gurin (1’486) e 4 ad Airolo (1’139).
Le precipitazioni degli ultimi giorni hanno portato alla chiusura per ragioni di sicurezza di Forcola di Livigno, Oberalp, San Bernardino, San Gottardo e Umbrail. Le catene sono obbligatorie per l’Albula. Sono innevati Flüela, Forno, Lucomagno, Julier, Maloja, Spluga e Sempione.
Sono invece già in chiusura stagionale: Furka, Grimsel, Klausen, Novena, Susten e Gran San Bernardo.