Come primo Paese al mondo, la Danimarca introduce una tassa sulle emissioni agricole. Allevamento e campicoltura sono responsabili di circa il 33% delle emissioni ad effetto serra danesi. La nuova tassa vuole ridurle innescando un circolo virtuoso. Alcuni prodotti diventeranno infatti più cari, soprattutto la carne. L’obiettivo è ridurne il consumo e quindi il numero di capi allevati, responsabili di buona parte delle emissioni.
In confronto, i contadini svizzeri sono responsabili di solo del 13% delle emissioni, perché in proporzione producono meno, ma ciò non toglie che per adempiere agli accordi di Parigi anche l’agricoltura elvetica dovrà dare un suo contributo, afferma l’associazione dei piccoli contadini svizzera.
"C’è da fare e si può fare adesso" conferma a questo proposito Kilian Baumann, presidente dell'Associazione svizzera piccoli contadini. "La riforma della politica agraria arriva in primavera in Consiglio nazionale e dobbiamo poter fissare delle misure per la protezione del clima anche nel nostro settore", dichiara Baumann sostenendo che non si può "semplicemente aspettare fino al 2030 come vogliono certe cerchie”. L'allusione è rivolta in prima linea all'Unione svizzera dei contadini (USC) come pure all'Ufficio federale dell'agricoltura che, secondo il presidente, "ha ceduto alle pressioni dell’industria agraria".
I piccoli contadini non pensano infatti ad una tassa, come in Danimarca, ma a un adattamento del sistema di sovvenzionamento che promuova metodi di produzione più rispettosi dell’ambiente, soprattutto per quel che riguarda gli animali, responsabili del 46% delle emissioni di gas a effetto serra. In Svizzera ci sono circa 15 milioni di bovini, maiali e polli. Statisticamente quindi, gli animali da allevamento rappresentano circa il doppio della popolazione. E anche l’Unione svizzera dei contadini ammette che qui bisogna cambiare qualcosa.
A tal riguardo, Martin Rufer, direttore dell'USC, identifica il problema nel consumo di carne, che definisce "determinante". "Se ci limitiamo a produrre meno carne aumenteranno le importazioni da paesi terzi che non hanno nemmeno gli stessi standard della protezione degli animali" ricorda Rufer.
La soluzione sembra dunque quella di educare la popolazione ad un consumo di carne più parsimonioso e responsabile. "Se si difende solo il consumo non cambierà nulla. Dobbiamo far capire alla popolazione che non possiamo continuare a mangiare tanta carne. Solo riducendo il consumo potremo adattare la produzione” conclude a questo riguardo Kilian Baumann.
In Danimarca una solida maggioranza della popolazione sostiene la tassa sulle emissioni agricole. Anche perché l'innalzamento dei mari minaccia il paese costiero e gli effetti del cambiamento climatico sono già visibili.