Negli allevamenti svizzeri ci sono 50'000 maiali di troppo. Il mercato della carne suina, fiorente durante la pandemia con le frontiere chiuse che impedivano il turismo degli acquisti, è saturo. La produzione non si è adeguata al cambiamento della situazione e da alcuni mesi gli incassi dei contadini sono in picchiata. L'offerta è eccessiva e la domanda stagna. E così un chilo di carne attualmente viene pagato un prezzo mai visto prima: 3 franchi, oltre un terzo in meno rispetto al giugno 2021.
L'evoluzione settimanale del prezzo della carne di maiale all'ingrosso in Svizzera negli ultimi 4 anni
Per gli allevatori addetti all'ingrasso la situazione è molto grave. Sono alle prese con un drammatico calo delle entrate. Alcuni, come hanno affermato ai microfoni della SRF, lavorano in perdita e hanno dovuto indebitarsi per riuscire a pagare il mangime per gli animali. Ma non solo. Non riuscendo a vendere i loro suini per tempo, devono tenerli nelle stalle anche se sono cresciuti troppo, con problemi di convivenza e, in alcuni casi, di rispetto delle disposizioni che tutelano il benessere degli animali.
Avvertimenti inascoltati
Il rischio che l'euforia suscitata dall'evoluzione del mercato durante la pandemia potesse trasformarsi in un boomerang era ben noto. L'associazione dei produttori Suisseporcs aveva più volte avvertito i propri soci, mettendoli in guardia. Il suo presidente Meinrad Pfister parla di situazione "precaria e drammatica".
Misure eccezionali
Per tentare di riportare un po' di equilibrio il settore ha deciso alcune misure senza precedenti. Durante l'estate vi sono state esportazioni di maiali (una cosa mai vista nel recente passato in Svizzera). Inoltre la categoria, di recente, ha deciso di permettere di congelare la carne e di creare un fondo (alimentato da produttori e commercianti) per coprire parte delle perdite causate dall'esportazione dei circa 50'000 suini in eccesso.
Prezzi al dettaglio: -12%
Chi non si rende conto della situazione sono i consumatori. In pochi si sono accorti che, dal giugno 2021, al dettaglio il prezzo dei prodotti a base di carne di maiale è sceso 12%, mentre quello alla produzione è calato del 35%. Il sospetto, condiviso dal sorvegliante dei prezzi Stefan Meierhans, è che ad approfittarne sia la grande distribuzione. Questa ai giustifica sottolineando il fatto che nello stesso periodo i costi energetici e di trasporto sono aumentati. Una spiegazione che soddisfa solo in parte Mister Prezzi. "Con una forbice così larga tra costi di produzione e prezzo del prodotto finale è lecito domandarsi se le regole di una sana concorrenza siano rispettate e se siano considerati i diritti dei consumatori", sottolinea Stefan Meierhans.
Ogni anno allevati più di 2,5 milioni di maiali
Per soddisfare il consumo di carne di maiale che ammonta a circa 185'000 tonnellate all'anno, in Svizzera vengono allevati più di 2,5 milioni di suini da ingrasso (le scrofe riproduttrici sono oltre 110'000). Le aziende detentrici sono meno di 6'000 che effettuano all'incirca 3 cicli ogni 12 mesi (i mezzanotti, come si chiamano i suinetti dopo lo svezzamento, vengono allevati per 24 settimane fino a raggiungere un peso medio di 113,5 chili). Circa 2'500 tonnellate di carne vengono esportate, mentre le importazioni ammontano a 16'000 tonnellate.