I lavoratori attivi a livello sindacale in Svizzera non sono abbastanza protetti dai licenziamenti. L'organizzazione internazionale del lavoro (ILO) ha inserito Berna in una lista nera che verrà discussa nel corso del mese di giugno in occasione della Conferenza del centenario dell'istituzione, a Ginevra.
In totale, sono 40 i paesi accusati di violare delle convenzioni: oltre alla Confederazione, in Europa nel mirino solo Grecia e Bielorussia. Berna è accusata di non applicare alcuni obblighi internazionali nel quadro di una convenzione alla quale è associata dal 1999. Una settimana fa, il nuovo presidente dell'Unione sindacale svizzera, Pierre-Yves Maillard, aveva già denunciato questa situazione.
Datori di lavoro e sindacati divisi
Il diritto svizzero, attualmente, considera "abusivo" un licenziamento se esso è legato a un'attività sindacale legale. Tuttavia, il risarcimento massimo è pari a sei mesi di salario e - secondo l'ILO - non è sufficiente. L'organizzazione aveva già avvertito 15 anni fa che questo lasso di tempo non era sufficientemente dissuasivo per i datori di lavoro, ricorda il rapporto rievocando come esempio il caso di un ospedale di Neuchâtel, in cui vi sono stati numerosi licenziamenti in seguito a un conflitto sociale.
Nel suo ultimo rapporto destinato all'ILO, il Consiglio federale precisa che le diverse parti sociali coinvolte rimangono ferme sulle loro opinioni: i sindacati vogliono almeno dodici mesi di salario e la possibilità di ottenere un nuovo impiego, mentre i datori di lavoro si oppongono a un aumento delle indennità.