Con l’anno nuovo il Radiogiornale tenta di intuire gli sviluppi nella mobilità, un settore in continua evoluzione e di grande impatto sulla nostra quotidianità.
Siamo andati a Viganello per parlare di mobilità a misura d’uomo. Sul San Gottardo, da sempre teatro di grandi rivoluzioni nell’ambito dei trasporti. Abbiamo quindi sentito uno dei maggiori esperti svizzeri in materia di sicurezza per parlare di opportunità, rischi e prospettive delle automobili senza conducente.
La guida automatizzata
Si aspettano da tempo, ma ancora non ci sono, le automobili autonome sulle strade svizzere.
“Nel trasporto pubblico fra 5 anni vedremo dei bus senza conducenti”, dice Raphael Murri, responsabile dell’Istituto per la ricerca sull’energia e la mobilità presso la Scuola universitaria professionale di Berna. “Ma nel trasporto individuale, ho più dubbi... credo che nei prossimi 10 anni non vedremo alcuna automobile autonoma per strada.”
La tecnologia avanza: i sensori sono sempre migliori e i software oramai sono capaci di elaborare in tempo reale tutti i dati. La Confederazione sta adeguando le basi legali, ad esempio per permettere veicoli con sistema di parcheggio automatico.
Raphael Murri è ottimista: “Vedo molte opportunità, e a vari livelli: per la sicurezza, per lo scorrimento del traffico, e anche per l’economia. La ricerca e l’industria svizzera possono rafforzarsi, se riescono a piazzarsi in prima fila a livello mondiale in questo ambito”.
RG 12.30 del 02.01.24, il servizio di Alan Crameri sulla guida automatizzata
RSI Info 04.01.2024, 17:18
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Camminare in città
Movimento e sport - si sa - fanno bene alla salute. Spesso però il contesto nel quale si vive non incentiva gli spostamenti a piedi.
La Confederazione ha adottato linee guida per spazi liberi favorevoli al movimento nelle città e negli agglomerati. Non si parla di parchi o di giardini pubblici, ma di strade, slarghi, vicoli, e piazze; insomma di quegli spazi che dovrebbero fungere da tessuto connettivo e permettere al pedone di spostarsi spontaneamente e piacevolmente.
Alla pianificazione sta il compito di fare in modo che un marciapiede non si fermi dinanzi a un muro, di trovare un equilibrio tra interesse pubblico e privato e di creare ambienti di elevata qualità. “Le scelte che si fanno possono determinare che tipo di comportamenti vengono incentivati, per esempio un gradone può suggerire di sedersi... così come un viale alberato invita a percorrerlo perché offre ombra”, sottolinea Virginia Moretti, ricercatrice della SUPSI, che ha condotto uno studio a Viganello. Il paesaggio urbano, secondo lei, va visto come fonte di benessere per la popolazione.
RG 12.30 del 03.01.24, il servizio di Maria Jannuzzi sulla mobilità in città
RSI Info 04.01.2024, 17:20
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Il San Gottardo, luogo di rivoluzioni, e ora?
Il massiccio che divide la Svizzera è da sempre palcoscenico di innovazione: viadotti, strade e tunnel simboleggiano il successo dello sviluppo tecnico del Paese.
Tutte le opere, dal ponte del diavolo ad Alptransit, sono state guidate dalla volontà di migliorare il collegamento nord-sud.
Ma il San Gottardo - terra di progetti visionari- può ancora aspirare a progetti avveniristici? Kilian T. Elsasser, storico, esperto della linea ferroviaria del San Gottardo risponde così: “Non so quali altri record potrebbero essere raggiunti al San Gottardo. Si potrebbe costruire una terza o quarta canna ferroviaria per aumentare la capacità. È possibile, naturalmente… ma credo che l’aspetto entusiasmante del Gottardo stia nel fatto che la Svizzera sia riuscita a trovare un consenso così rapido per finanziare un’opera come l’Alptransit.”
Lui però un’idea nuova ce l’ha: inserire la tratta ferroviaria di montagna nel Patrimonio mondiale dell’Unesco. “È la costruzione più significativa, più folle della Svizzera del 19esimo secolo, e nessuno se ne interessa”.
RG 12.30 del 04.01.24, il servizio di Maria Jannuzzi sulla mobilità al San Gottardo
RSI Info 04.01.2024, 17:21
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