Locazione, tre ritocchi a favore dei proprietari

Due progetti commissionali favorevoli ai proprietari di abitazioni e contestati invece sia dal Governo che dall’Associazione degli inquilini sono stati accolti lunedì dal Consiglio degli Stati, dopo aver già superato anche lo scoglio del nazionale. Il primo concerne il subaffitto: per impedire abusi, con 25 voti contro 11 la Camera alta ha deciso che occorrerà il consenso scritto del padrone di casa, che potrà opporsi se dura più di due anni o se presenta per lui inconvenienti significativi. Quali essi siano, non è stato precisato, nonostante le richieste sia di Andrea Caroni del PLR che del consigliere federale Guy Parmelin in nome della certezza del diritto.

La seconda modifica riguarda invece la disdetta del contratto di affitto in presenza di un bisogno del proprietario di utilizzare il proprio bene. Le condizioni che regolano l’urgenza sono state rese meno restrittive: oggi succede che dopo averle invocate “si debbano attendere anche 3-4 anni e questo le vuota di ogni significato”, ha detto a nome della Commissione Philippe Bauer (PLR).

Argomentazioni rispedite al mittente sia da Parmelin, che ha parlato di “intervento legislativo sproporzionato e ingiustificato”, che dal presidente dell’ASLOCA ed esponente del PS Carlo Sommaruga, che ha denunciato una “tattica del salame” volta a correggere poco alla volta le norme sulla locazione a vantaggio dei proprietari. L’Associazione degli inquilini ha preannunciato un referendum.

La terza correzione è solo formale e procedurale: la firma elettronica sarà accettata nella comunicazione di un aumento di pigione. La sinistra si è opposta o astenuta. Anche se non si tratta di un punto particolarmente contestato, Sommaruga ha denunciato la disparità di trattamento fra le due parti in causa, una facilitazione per i proprietari senza alcuna contropartita.