Il portavoce del Consiglio federale e vicecancelliere André Simonazzi, 55 anni, è deceduto venerdì durante un’escursione. La notizia è stata data dalla stessa Cancelleria della Confederazione.
Simonazzi, si legge nel comunicato, “era solito rilassarsi in montagna. Venerdì scorso, durante una delle sue escursioni preferite, ha avuto un malore ed è deceduto”. Lascia una moglie e tre figli adulti ai quali “i membri del Consiglio federale e il cancelliere della Confederazione porgono le loro più sentite condoglianze”.
Nel novembre del 2008 André Simonazzi, nato nel 1968 a Monthey (VS), venne nominato vicecancelliere e portavoce del Consiglio federale. Dal 1° gennaio 2009 ha preso parte alle sedute del Governo, ne ha redatto i verbali e curato la comunicazione. In Cancelleria federale ha diretto varie sezioni e il servizio presidenziale.
Nel tratteggiarne un ritratto commosso la nota della Cancelleria ricorda che quando Simonazzi “incontrava resistenze, faceva ricorso ad argomentazioni, umorismo e allo charme. Le crisi degli ultimi anni hanno rappresentato una sfida importante anche in termini di comunicazione. Spiegava sempre a tutte le persone coinvolte quanto fosse essenziale la continuità nella comunicazione di crisi. E instancabilmente ha dato il suo contributo in tal senso. Con lui, l’intera Amministrazione federale perde una persona meravigliosa e un formidabile collega”.
È morto il portavoce del governo André Simonazzi
Telegiornale 11.05.2024, 20:00
Il ricordo del nostro corrispondente
“Non sono un fan dei necrologi social ma qui qualche parola va spesa perché bisogna sapere che a Berna c’è (anche) gente di questa caratura, magari più o meno sconosciuta a sud delle Alpi. Sempre cordiale, sempre professionale anche nei momenti difficili o di tensione, André Simonazzi ha sempre avuto un occhio di riguardo per l’italofonia e lo spazio alle domande dei media di lingua italiana. Si vedeva che era felicissimo di poterla ascoltare e parlare, anche se talvolta un pochino arrugginita. Non perché avesse (anche) origini italiane (o forse sì, mi sembra romagnole da quanto mi raccontava, ma non penso fosse questa la ragione principale), non perché bisogna comunque dare il contentino paternalistico, non perché lo dice la Costituzione. Due parole in italiano quando lo incrociavo erano cariche di simpatia e rispetto reciproci. Ma soprattutto mi diceva, mi esortava: “Fate domande in italiano in Conferenza stampa -ricordandomi chi fra i Consiglieri federali lo capisce o lo parla anche - , così finalmente sentiamo un po’ di italiano!”. Ed è da queste esortazioni che ho iniziato a porle più spesso nella mia lingua, anche se la risposta era poi meno articolata o approfondita. Nulla di scontato. Vi ricordate di Achille Casanova? Ecco ora sappiate che c’era anche un altro Signore a servire degnamente lo Stato in questa funzione e il suo nome era André Simonazzi”.
Gian Paolo Driussi, corrispondente RSI a Berna