Votare a favore dell'iniziativa popolare "Per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico" il prossimo 29 di novembre "significa contribuire a forgiare un mondo più pacifico e contrastare una delle cause che spingono milioni di persone a fuggire dal loro Paese". Così il comitato formatosi a sostegno dell'iniziativa del Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE), sostenuta da 104'612 adesioni, che oggi, giovedì, a Berna ha dato avvio ufficialmente alla campagna d'informazione.
Iniziativa contro le armi, inizia la campagna
Telegiornale 01.10.2020, 14:30
La proposta di modifica costituzionale vuole vietare alla Banca nazionale svizzera (BNS), alle Casse pensione e alle fondazioni di investire nelle imprese che realizzano oltre il 5% del loro giro d'affari annuo con la fabbricazione di materiale bellico. Per il Consiglio federale e il Parlamento la proposta del GssE va bocciata poiché limita eccessivamente la libertà di manovra della BNS, delle fondazioni e degli istituti previdenziali, danneggiando nel contempo il settore finanziario e l'industria elvetica.
Per i sostenitori dell'iniziativa, invece, "l'export di armi fabbricate in Svizzera erode la neutralità e la politica estera elvetica volta a promuovere la pace. Un comportamento che nuoce alla credibilità del Paese e in contrasto con i suoi principi volti alla soluzione pacifica dei conflitti".
ATS/Swing