Nuove restrizioni sul tavolo

La situazione pandemica continua a degradarsi in Svizzera, sia sul fronte dei contagi sia su quello delle ospedalizzazioni e dei decessi. Il Consiglio federale tornerà quindi a discuterne domani, venerdì, e secondo le anticipazioni del portale Nebelspalter.ch sono tre le possibili misure che Alain Berset sottoporrà ai colleghi di Governo, a soli quattro giorni dall'entrata in vigore delle ultime restrizioni.

La prima, meno incisiva, è l'estensione di quello che in tedesco viene definito il 2G dalle iniziali di "genesen" e "geimpft", ovvero "guarito" e "vaccinato". A chi non è né l'uno né l'altro potrebbe essere impedito l'accesso a locali pubblici, musei, piscine ed eventi, magari anche privati.

La seconda opzione aggiungerebbe a questo elemento l'obbligo di mascherina e la chiusura temporanea per quelle attività, come i ristoranti, dove un simile provvedimento non sarebbe applicabile.

Infine c'è una terza possibilità, quella che che viene definita con la parola tedesca "Wellenbrecher", ovvero un intervento drastico volto a interrompere bruscamente l'ondata di infezioni. Si tratterebbe di un vero e proprio confinamento come ne abbiamo già conosciuti a inizio pandemia, della durata di due o tre settimane.

La variante a cui vengono attribuite maggiori possibilità di imporsi in seno all'Esecutivo è la prima. Le altre due incontrerebbero forti resistenze nei partiti borghesi e Karin Keller-Sutter (PLR) su SRF mercoledì si è pronunciata esplicitamente contro un lockdown, preferendo maggiori limitazioni per i non vaccinati. Una conferenza stampa dovrebbe tenersi nel pomeriggio di venerdì al termine di un incontro con i cantoni. La RSI la seguirà in diretta televisiva e streaming.

Un obbligo di vaccinazione non pare invece essere all'ordine del giorno, almeno per il momento. Al Blick il neo eletto presidente della Confederazione Ignazio Cassis ha affermato che la misura non è in discussione e che non la ritiene necessaria alla luce della situazione attuale, ma ha anche avvertito che, per quanto si tratti di una forte intrusione nella libertà del singolo, "da medico" non si sente di escludere che si debba arrivare a quel punto in futuro.