La Svizzera rompe gli indugi: da inizio gennaio, stando a una decisione del Consiglio federale, anche Berna introdurrà come previsto l’imposizione minima dell’OCSE/G20 per le multinazionali. L’obiettivo è evitare che la base imponibile finisca all’estero.
Fino all’11 dicembre scorso, rispondendo a una domanda in Parlamento, la consigliera federale Karin Keller-Sutter aveva dichiarato che il governo stava ancora osservando quanto facevano altri Stati, specie i concorrenti più attrezzati, prima di decidere all’ultimo momento.
Già mesi fa sia l’Esecutivo, sia le commissioni competenti avevano riflettuto su una possibile proroga al 2025 visto che alcuni Paesi non sembravano ancora pronti per questo passo. La Keller-Sutter aveva tuttavia aggiunto, sempre nell’aula del Consiglio nazionale, che la maggior parte dei Paesi europei e di quelli industrializzati - come Regno Unito e Corea del Sud - avrebbe di principio rispettato la scadenza convenuta, ossia il 1° gennaio 2024.
L’imposizione minima viene applicata sotto forma di un’imposta integrativa nazionale con cui la Svizzera può garantire a livello interno un’imposizione minima del 15% dei grandi gruppi di imprese attivi a livello internazionale che realizzano un fatturato superiore a 750 milioni di euro (poco più di 700 milioni di franchi svizzeri al cambio attuale). Ciò permette di evitare il deflusso della base imponibile dalla Svizzera verso altri Paesi.
![](https://cleaver.cue.rsi.ch/public/rete-uno/programmi/informazione/seidisera/2024482-knezph-palazzo-federale.jpg/alternates/r16x9/2024482-knezph-palazzo-federale.jpg)
Berna introduce l’imposizione minima OCSE/G20 per le multinazionali
SEIDISERA 22.12.2023, 18:30
Contenuto audio