Fino al 70% dell’oro scambiato in tutto il mondo passa attraverso la Svizzera, dove risiedono quattro delle più importanti raffinerie. Ma l'estrazione del metallo prezioso può avere effetti devastanti sull'ambiente, oltre ad essere talvolta associata a rischi di natura sociale, quali sfruttamento e conflitti. A sottolinearlo è il WWF, che dopo aver pubblicato uno studio approfondito sull'impatto dell'oro e sul ruolo della Confederazione quale hub mondiale, torna a chiedere una regolamentazione più stringente, soprattutto sul tema della tracciabilità.
"Abbiamo bisogno di regolamenti sugli obblighi di cautela in sede di importazione di minerali provenienti da zone di conflitto", afferma Damian Oettli, responsabile sustainable markets presso WWF Svizzera. Sotto la lente, in particolare, ci sono i Paesi intermediari che in alcuni casi potrebbero contribuire a nascondere la vera provenienza del metallo prezioso.
Lo studio mostra che la maggior parte delle importazioni di oro in Svizzera proviene da nazioni che non hanno una produzione primaria, come il Regno Unito (nel 2019, 130 tonnellate importate), gli Emirati Arabi Uniti (128 tonnellate) o l'Italia (68), sottolinea il WWF, affermando che "questo sistema commerciale multistrato oscura la tracciabilità e ne consente la miscelazione da fonti diverse".
Altri rapporti delle ONG Swissaid e Global Witness, nel 2020 avevano sollevato il problema dell'oro "insanguinato" del Sudan smerciato nella piazza di Dubai e presumibilmente arrivato in una raffineria svizzera tramite una società intermediaria. Circostanza però smentita dalla stessa azienda. Il problema, secondo il WWF, è che "a differenza degli Stati Uniti e dell'UE, la Svizzera non dispone di leggi che disciplinino gli obblighi di cautela dei minerali provenienti da regioni segnate da conflitti".
Dal punto di vista ambientale, poi, l'organizzazione osserva che "l'estrazione dell'oro ha un impatto climatico equivalente a 12'500 chilogrammi di CO2 per chilogrammo di metallo: si tratta di quasi il triplo della totalità delle emissioni derivanti dai trasporti svizzeri".