Oro in ballo, la Svizzera c’è

L’ambasciata svizzera in Perù si è assunta il ruolo di mediatrice nella diatriba che da tempo oppone i residenti della zona di Cajamarca ad una società appartenente al 51% alla multinazionale Newmont che nella località sfrutta la miniera d’oro di Yanacocha che con il suo pozzo a cielo aperto di 251 chilometri quadrati è la più grande del Sud America. Una vicenda nella quale anche il Ticino ha un interesse diretto. Il 70% del metallo estratto nella miniera, nella quale lavorano quasi 7'000 persone, è raffinato dalla Valcambi di Balerna che, a sua volta, è controllata dal gruppo americano.

I rappresentanti svizzeri a Lima stanno tentando di restaurare il dialogo tra le parti in lotta. Il confronto aperto da tempo si è, se possibile, inasprito dallo scorso dicembre. I giudici aveva stabilito che una campesina poteva continuare ad abitare su un terreno al centro delle mire della società mineraria intenzionata ad estendere il suo complesso estrattivo. La donna aveva ottenuto ragione, ma gli uomini della Yanacocha le hanno comunque demolito la casa.

La situazione è stata portata alla luce in Svizzera dalla Società per la difesa dei popoli minacciati e in Perù dal Coordinamento nazionale per i diritti umani che riunisce circa 80 organizzazioni non governative. Fin dall’inizio l’ambasciata Svizzera è intervenuta concretamente e si sta impegnando per il rispetto dei diritti fondamentali. Per inizio marzo ha organizzato un incontro fra le parti, la società civile e il Governo peruviano.

Diem/pon/RG