Un’azienda ticinese sta portando avanti un progetto sperimentale per proteggere le greggi utilizzando dei feromoni di lupo. Il progetto ha coinvolto alpeggi in diversi punti: 26 le aziende che hanno aderito. Una a Belluno (Italia), diciotto in Ticino e le altre nel Vallese, nel Vaud e nei Grigioni. Si tratta di applicare agli animali da pascolo - capre, pecore e mucche - dei collarini contenenti queste sostanze biochimiche prodotte dal predatore che, in teoria, sentendo l’odore, dovrebbe stare alla larga dal gregge.
Feromoni anti-lupo: numeri incoraggianti
SEIDISERA 20.09.2023, 19:02
Contenuto audio
L’azienda che ha inventato questo sistema, la Studio Alpino di Lodano, definisce i risultati incoraggianti. “Il progetto è nato due anni fa”, spiega Federico Tettamanti, direttore dell’azienda Studio Alpino. “Abbiamo raggiunto risultati molto promettenti, e a tratti soprendenti, in uno zoo in Austria su lupi in cattività. Però lo dico sempre: non è una ricetta magica, anche perché comunque abbiamo avuto anche predazioni ad animali col collare”. Gli animali equipaggiati con il collarino hanno in media 2 volte e mezzo più probabilità di non venire attaccati. Ma si tratta di una tecnica ancora in fase di sviluppo. I feromoni dunque non saranno la panacea per tutti i mali.
Parlando di numeri, “quest’estate abbiamo marcato 702 animali su un totale di 1’532”, prosegue Tettamanti. “Abbiamo subito 13 attacchi, con un totale di 58 animali morti e di questi 14 avevano il collare . L’attacco più grosso è avvenuto nei Grigioni, dove sono state attaccate 25 pecore di cui 7 col collare. Abbiamo quindi cominciato a consigliare agli agricoltori di mettere il collare a tutto il gregge”.
Un progetto quindi che avrà bisogno ancora di tempo per maturare. Nei Grigioni, Studio Alpino vorrebbe ritentare l’anno prossimo. Poi c’è il Vallese, che potrebbe aderire nel 2024. Nel Vaud abbiamo contattato l’associazione Prométerre, che ci ha fatto sapere che è troppo presto per fare un bilancio. Animali con il collare sono stati predati e dunque ci si aspettava forse risultati migliori. L’Ufficio caccia e pesca ticinese ha detto di essere aperto a qualsiasi proposta in grado di incrementare la protezione degli animali da reddito.