Anche la mobilità elettrica va tassata, altrimenti diminuiranno gradualmente i fondi a disposizione per la manutenzione delle strade, alimentati con le imposte sui carburanti.
A dirlo è una ricerca del Centro per la valutazione delle scelte tecnologiche dell'Accademia svizzera delle scienze (TA-SWISS), che propone quale soluzione di introdurre un modello di "Mobility Pricing", ossia un sistema di tassazione generale della mobilità, per compensare le perdite.
Vantaggi, ma anche un rischio
Le auto elettriche hanno il grande vantaggio di ridurre la dipendenza nei confronti delle energie fossili e di diminuire le emissioni di sostanze nocive nell'atmosfera, sottolinea TA-SWISS nello studio pubblicato oggi. Entro il 2025 una nuova vettura su dieci in Svizzera sarà di questo tipo.
Questa tendenza non ha però solo conseguenze positive. A medio termine c'è il rischio che si esauriscano i fondi infrastrutturali per il settore dei trasporti.
Una tassa sulla mobilità
A detta degli autori della ricerca, l'introduzione del “Mobility Pricing” permetterebbe di compensare queste mancate entrate. Una tassa sul traffico di questo tipo contribuirebbe inoltre alla promozione dell'uso combinato dei mezzi di trasporto pubblici e privati.
Riciclaggio dei materiali
Per Rainer Zah, del Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca (EMPA), in futuro sarà pure necessario riflettere sul riciclaggio dei materiali impiegati per la costruzione delle auto e sulla riduzione della dipendenza dalle materie prime.
Lo studio, finanziato dall'Ufficio federale dell'ambiente e dall'Ufficio federale delle strade, tiene conto della strategia energetica 2050 del Consiglio federale e dell'elettricità disponibile nei prossimi decenni, ha ricordato Zah.
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