La Posta "ridimensiona con artifici contabili i risultati dei suoi uffici, trasferendo voci redditizie verso PostMail, PostFinance e PostLogistics per giustificare la politica di chiusura delle filiali". La "manovra disonesta" è denunciata da Syndicom, che reagisce così ai dati presentati dall'ex regia per i primi nove mesi dell'anno, in cui ha registrato un utile di 466 milioni di franchi.
"Assurdo", è la replica del portavoce dell'azienda, Oliver Flüeler, secondo il quale lo sviluppo della rete è legato alla digitalizzazione e al cambiamento di comportamento della clientela.
Le pressioni sulla Posta aumentano però non solo sul fronte sindacale ma anche sul quello politico: una mozione di Martin Candinas firmata da parlamentari sia di destra che di sinistra chiede il divieto di delocalizzazioni e che la consegna a domicilio avvenga entro le 12.30 in tutto il paese. Oggi nella maggior parte delle località viene portata a termine entro le 13.00, con eccezioni in caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli o per motivi logistici. Il Consiglio federale condivide le preoccupazioni ma è contrario: diventerebbe più difficile, in particolare, proporre impieghi a tempo pieno.
pon/ATS