Svizzera

RadioTV: "Dibattito necessario"

De Weck: "Catapultati nel presente". "Canetta: "Voto che passerà alla storia". Pedrazzini: "In Ticino risultato negativo". Lombardi: "Salvato il servizio pubblico"

  • 14 giugno 2015, 19:31
  • 7 giugno 2023, 09:43
Roger de Weck alla RSI

Roger de Weck alla RSI

  • rsi

Il sistema di riscossione del canone radiotelevisivo cambia: il popolo svizzero ha accolto di strettissima misura (50,08% di sì, meno di 4000 schede di differenza) la modifica della legge sulla radiotelevisione, che prevede il passaggio a un prelievo generalizzato per tutte le economie domestiche e le imprese di una certa grandezza.

Le prime reazioni

La SRG SSR, con una nota stampa (per leggere la versione integrale clicca qui), si dichiara "soddisfatta del sì alla nuova legge sulla radiotelevisione". "La grande svolta in atto nel mondo dei media - vi si legge ancora - rende tuttavia necessaria e importante una discussione sullo sviluppo del servizio pubblico della radio e della televisione".

"Non sono sorpreso che il voto sia stato tiratissimo. E' una decisione che ci fa catapultare nel presente. Siamo al passo con l'era digitale. Ora bisognerà pensare al futuro e sono molto lieto del dibattito che si terrà alle camere federali e nell'opinione pubblica", commenta il direttore della SRG SSR Roger De Weck (guarda l'intervista completa nel TG20). E sul risultato del voto in Ticino aggiunge: "E' un invito ad andare ancora di più nella Svizzera italiana".


"Anzitutto diciamo che è un voto che passerà alla storia visto che è il minor divario assoluto in termini numerici. Come per tutta la SSR c'è soddisfazione perché, aldilà del risultato, la legge passa e c'è un nuovo modo di percepire il canone che risponde alle nuove modalità di fruizione", afferma il direttore della RSI
Maurizio Canetta. "Poi - aggiunge - è finita 50 a 50 e questo vuol dire che in questo dibattito si sono mescolati diversi fattori".

05:23

RG 18.30 del 14.06.2015 Intervista a Maurizio Canetta

RSI Info 14.06.2015, 20:46


"C'è soddisfazione perché questo sistema di riscossione è più equo e offre maggiore stabilità nel tempo al finanziamento del servizio pubblico. Purtroppo c'è però anche un dato di fatto che per me è negativo: il risultato del Ticino. E faccio fatica a capirlo perché la Svizzera italiana è largamente beneficiaria del sistema di finanziamento. Non è un bel segnale", commenta il presidente CORSI
Luigi Pedrazzini.

01:02

CSI 18.00 del 14.06.2015 Parla Luigi Pedrazzini

RSI Info 14.06.2015, 20:25


"Sono contento. Finalmente entriamo nella modernità per quanto riguarda la riscossione del canone", dice da parte sua il senatore
Filippo Lombardi, tra i sostenitori della legge. "Abbiamo salvato il servizio pubblico in Svizzera. E anche se i ticinesi non l'hanno voluto abbiamo salvato la solidarietà federalista e confederale. E questo mi sembra molto importante".

joe.p.

Dal TG20:

11:43

Nuova legge radio TV, un sì risicato

Telegiornale 14.06.2015, 22:46

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