Diversi richiedenti l’asilo alloggiati in un centro della protezione civile a Berna hanno protestato oggi vivamente contro le condizioni di alloggio in un bunker definito “sporco e in condizioni catastrofiche”.
Alcuni di loro volevano portare all'esterno i materassi, ma sono stati fermati dai responsabili della struttura e dalla polizia, come confermato da Jacqueline Kalbermatter del Comitato contro il perseguimento degli stranieri e il business dell'asilo. Le proteste – rumorose, ma pacifiche – sono poi proseguite davanti all’entrata.
Troppo poco posto
Diverse organizzazioni e partiti di area rosso-verde hanno denunciato la situazione, spiegando che 160 individui non possono stare in un posto così piccolo, con stanze in cui dormono fino a 24 persone. I 20 bambini presenti sarebbero i più colpiti dalla situazione: riceverebbero solo latte e non avrebbero alcun gioco a disposizione.
Quali alternative?
La responsabile del Servizio cantonale della migrazione, Iris Rivas, ha preso atto delle critiche: “Abbiamo ricevuto un compito dal Governo e stiamo cercando di eseguirlo. Speriamo comunque che il centro d’accoglienza Enggistein di Worb, chiuso in febbraio, torni presto in servizio, poiché anche noi saremmo lieti di alloggiare le famiglie con bambini in un posto che non sia sotterraneo”.
Dipartimenti federali si accordano su compiti in materia d'asilo
Intanto i Dipartimenti federali della difesa (DDPS) e di giustizia e polizia (DFGP) hanno trovato un accordo sui compiti da assolvere in materia di asilo. Il DDPS dovrà mettere a disposizione alcuni centri della protezione civile, negoziare con Comuni e Cantoni e occuparsi delle debite autorizzazioni.
Il DFGP provvederà invece all'assistenza degli “asilanti” e si occuperà della sicurezza, nonché della gestione degli alloggi federali.
La Confederazione ha bisogno di questi posti di accoglienza supplementari per evitare di assegnare i richiedenti l’asilo ai Cantoni fin dalle prime fasi della procedura.