Tre banche svizzere su quattro sono dell'avviso che lo scambio automatico di informazioni si imporrà quale standard internazionale, la metà ritiene perfino che esso sarà già presto realtà. È quanto emerge dall'ultimo barometro delle banche curato dalla società di consulenza e di revisione Ernst & Young.
Gli sviluppi attuali inerenti al segreto bancario e alla trasparenza fiscale vengono valutati sempre più negativamente dai 120 istituti (fra loro non figurano le due grandi banche) interrogati in dicembre. Il 57% (51% un anno prima) si attende conseguenze negative o piuttosto negative per la piazza finanziaria elvetica. Il 73% considera inoltre chiaramente sfavorevole la prevista soluzione con gli Stati Uniti.
Quanto alla nuova regolamentazione dei mercati dell'Unione europea (MiFID II), il 79% delle banche teme un accesso nettamente più difficile al mercato comunitario. L'andamento attuale degli affari è giudicato generalmente positivo e la fiducia per il futuro è abbastanza alta. Cresce tuttavia il numero di istituti che prevedono riduzioni di personale e che ritengono preoccupante l’evoluzione del Private banking e del settore dei crediti presupponendo che il mercato immobiliare stia formando una bolla.
ATS/Swing