Le scommesse sportive online, e la pubblicità che le promuove, suscitano aperte preoccupazioni da parte delle organizzazioni impegnate in Svizzera nella lotta alle dipendenze. La propensione a questo genere di scommesse è ormai diffusa e fa presa in particolare sui giovani. Ad alimentarla, unitamente alla possibilità di una vincita, è anche la voglia di mettere alla prova le proprie personali conoscenze in fatto di sport. Ma anche in quest'ambito le perdite risultano in genere superiori alle vincite. E nell'arco di un decennio le perdite, secondo le conclusioni di uno studio, si sono decuplicate, con un'accelerazione registrata proprio durante la crisi pandemica.
"C'è un'illusione di controllo perché sappiamo cose su questa o quella squadra, su questo o quel giocatore"", sottolinea un esperto
Il GREA - l'organizzazione che in Romandia si occupa dello studio delle dipendenze - chiama in causa potentissimi algoritmi che sono stati concepiti proprio in funzione di queste scommesse. "Nuovi sistemi informatici consentono di agganciare i potenziali giocatori e chi già gioca", sottolinea il suo segretario generale Jean-Félix Savary. "C'è un'illusione di controllo perché sappiamo cose su questa o quella squadra, su questo o quel giocatore", ma sullo sfondo, ammonisce, operano algoritmi ideati per far vincere il sistema. Ci sono "macchine con un'enorme potenza di calcolo" e alla fine "è sempre l'operatore a vincere". E intanto, sempre nella Svizzera romanda, si è osservato che sono sempre più numerosi i giocatori dipendenti sotto i 30 anni di età.
Il fenomeno si sta intensificando "ma a livello politico e legale non si è voluto intervenire", sostiene l'esperto del GREA, segnalando inoltre che la maggior parte dei giocatori proviene da fasce economiche medio-basse e basse. Le organizzazioni premono quindi per una legislazione in materia meno permissiva: maggiori controlli sulle pubblicità e sull'accesso a determinati prodotti rappresentano in questo senso strumenti con comprovata efficacia.