Se i genitori non sono d'accordo sulla vaccinazione dei figli, le autorità devono intervenire nell'interesse del bambino sulla base delle raccomandazioni dell'Ufficio della sanità pubblica, che sono favorevoli alla vaccinazione a meno di controindicazioni.
L'autonomia della famiglia ha la precedenza sull'intervento statale, precisa i giudici della Seconda corte di diritto civile nella sentenza resa pubblica mercoledì. La decisione non significa quindi che la misura sanitaria preventiva possa essere ordinata quando sia padre che madre sono contrari. L'obbligo di vaccinarsi dovrebbe infatti essere introdotto, se mai, dal legislatore.
Tuttavia, un caso di divergenza come quello in esame - relativo a due coniugi basilesi in fase di divorzio, dove lui voleva che l'ex consorte facesse vaccinare i tre bambini contro il morbillo - non deve andare a scapito della prole, esponendola al rischio delle complicazioni anche gravi che la malattia causa nel 10% dei casi.
L'uomo aveva chiesto al Tribunale di Basilea Campagna di ordinare alla madre di procedere alla vaccinazione. I giudici cantonali si erano rifiutati, mentre quelli federali ora hanno accolto parzialmente il ricorso.