Gli Stati hanno approvato oggi, lunedì, la riforma del Secondo pilastro, che prevede la diminuzione del tasso di conversione e la riduzione della soglia d'entrata nel sistema. Nella seduta odierna si è dibattuto anche in merito alle compensazioni per la generazione transitoria. Il dossier torna ora al Nazionale per l'esame delle divergenze.
Le misure in funzione della generazione transitoria rappresentano il vero pomo della discordia della revisione. Il Governo, che si è basato sul compromesso raggiunto tra i sindacati e gli imprenditori, propone un supplemento di rendita per chi andrà in pensione nei 15 anni successivi all'entrata in vigore della riforma.
La Camera del popolo ha modificato la proposta dell'Esecutivo con l'obiettivo di compensare in modo mirato i risultanti cali delle rendite. Il calcolo del supplemento di rendita finale dovrebbe così anche considerare prestazioni sovraobbligatorie della cassa pensioni.
A differenza di quanto proposto dal Consiglio federale, il supplemento di rendita andrebbe finanziato solidalmente da tutti gli assicurati solo nella misura in cui gli eventuali accantonamenti realizzati dalle singole casse pensioni non siano sufficienti. A tale scopo il fondo di garanzia potrà riscuotere dalle casse pensioni importi pari allo 0,15% dei salari assicurati secondo la LPP.
Oggi la Camera dei cantoni ha confermato il fatto che la generazione di transizione riguarda le prime 15 classi d'età che andranno in pensione dopo l'entrata in vigore della revisione. Diverso, rispetto al Nazionale, è tuttavia il metodo di calcolo per stabilire il supplemento di rendita: i consiglieri agli Stati hanno voluto prendere in considerazione anche l'ammontare del capitale LPP risparmiato.
Il finanziamento delle rendite supplementari accolto oggi è simile alla proposta formulata dal Nazionale. L'aliquota che il fondo di garanzia potrebbe riscuotere dalle casse pensioni andrebbe però portata allo 0,24% dei salari assicurati secondo la LPP.
Il cardine della riforma è dato dall'abbassamento dell'aliquota di conversione dal 6,8% al 6,0%. Tale riduzione è stata approvata oggi con 30 voti contro 12. A parità di capitale LPP risparmiato il calo dell'aliquota implica una contrazione di circa il 12% delle rendite pensionistiche. Per evitare una loro eccessiva diminuzione, la riforma prevede quindi alcuni provvedimenti volti ad aumentare l'avere di vecchiaia disponibile al momento del pensionamento.
Tra queste misure, già adottate due settimane fa nella prima parte del dibattito, figura l'abbassamento della soglia d'entrata nel sistema, che passerà dagli attuali 21'510 franchi a 17'208 franchi. Sarebbero così assicurati in una cassa pensione 140'000 lavoratori supplementari con salari modesti, principalmente donne. Il Nazionale vorrebbe invece abbassare tale soglia in modo più incisivo, a 12'548 franchi, e assicurare così 320'000 lavoratori con redditi bassi.
Un'altra novità è data dalla deduzione di coordinamento, ossia della parte inferiore del salario che non è assicurata. Essa sarà ridotta. Attualmente è fissata a 25'095 franchi. Governo e Nazionale propongono di dimezzarla. Gli Stati hanno invece deciso che questa corrisponderà al 15% della parte di salario compresa tra 0 e 85'320 franchi.