Consumi

Ai pensionati almeno 30 franchi in più

Il Consiglio federale decide un aumento del 2,5% delle rendite AVS/AI in risposta al rincaro

  • 12 ottobre 2022, 12:05
  • 5 settembre 2023, 14:57
Un aiuto di fronte al rincaro, che toccherà quest'anno il 3%

Un aiuto di fronte al rincaro, che toccherà quest'anno il 3%

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Di: pon 

Le rendite AVS e AI aumenteranno del 2,5% il prossimo anno. È quanto ha stabilito il Consiglio federale nel corso della sua seduta "extra muros" di mercoledì in Val Monastero. Anche gli importi delle indennità di perdita di guadagno saranno adeguati. Per quanto riguarda le pensioni, quindi, il minimo nel 2023 salirà di 30 franchi, a 1'225, mentre il massimo di 60 a 2'450.

L'incremento, conseguenza di una verifica che si ripete a scadenze biennali, è il frutto dell'evoluzione di un indice misto che tiene conto dell'inflazione (prevista al 3% quest'anno) e dei salari (+2%). L'ultima correzione risaliva al 2021.

La decisione avrà un impatto finanziario di 1,37 miliardi di franchi e comporta effetti a cascata, per esempio sui contributi minimi per le persone indipendenti o senza attività lucrativa (da 503 a 514 franchi), nell'ambito del secondo pilastro sulla deduzione di coordinamento e sulla soglia di entrata (da 21'510 a 22'050) e nel terzo pilastro sulla deduzione fiscale massima ammessa (da 6'883 a 7'056 per chi ha già una previdenza professionale).

Il Parlamento sta discutendo anche un metodo di calcolo diverso, che porterebbe ad un aumento più consistente. Ma siccome la decisione non è ancora maturata, l'eventuale ulteriore innalzamento della rendita potrebbe giungere nei prossimi mesi, e quindi venire applicata retroattivamente.

01:05

RG 12.30 del 12.10.2022 AVS

RSI Info 12.10.2022, 12:38

Averi del secondo pilastro, remunerazione immutata

Il Consiglio federale ha rinviato mercoledì una decisione su un aumento del tasso di remunerazione minimo per gli averi del Secondo pilastro, che dunque rimarrà all'1% anche nel 2023. Il valore dipende dall'evoluzione dei mercati immobiliari e azionario, ora in calo dopo un 2021 positivo, e da quella delle obbligazioni della Confederazione, in netto progresso (0,13% a fine 2021, 1,09% questo settembre). La decisione scontenta i sindacati, che ricordano come il tasso stagni al minimo storico ormai da 5 anni - a danno dei futuri pensionati - e che la giustificazione dei tassi negativi ormai non regge più.

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