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Un vino analcolico, grazie!

Debutto quest’anno a Vinitaly del vino senz’alcol, in forte ascesa a livello globale 

  • 9 aprile, 05:46
  • 9 aprile, 11:08
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Un vino analcolico, grazie! Debutto quest’anno a Vinitaly del vino senz’alcol, in forte ascesa a livello globale 

RSI Info 08.04.2025, 13:34

Di: Lorenzo Amuso 

Mentre puristi e modernisti continuano a dibattere se sia degno della denominazione di “vino”, gli ordini ne hanno già decretato il successo su scala globale. Per il momento, almeno a livello di produzione e vendite, quello tradizionale resta dominante, ma il vino dealcolato non appare più come una moda passeggera, bensì una solida realtà, destinata a durare, tra opportunità commerciale e alternativa salutista. Sfidando tabù e pregiudizi, dall’alto di un mercato che già vale nel mondo 2,5 miliardi di dollari, con la prospettiva di raddoppiare nei prossimi dieci anni, ad un tasso di crescita annuo del 10%.

Gusto giovanile

Numeri che smorzano ogni polemica, tanto più che di contro non si attenua la brusca frenata del vino tradizionale (specialmente ad alta gradazione) tra i giovani, che preferiscono aperitivi e cocktail. Ma il vino alcol free non è un prodotto a unica destinazione giovanile: studi di settore indicano una platea di consumatori potenziali di un milione di non bevitori di alcolici, e 14 milioni di consumatori di vini. In Germania, il primo mercato internazionale, i consumi di vino dealcolato nell’ultimo biennio sono aumentati del 6% in volume, e del 17 per cento in valore. Negli Stati Uniti, nello stesso periodo, si è registrato un +16% in volume e oltre il 52% in valore.

Ragioni di un successo

12:56

Proposte stellate analcoliche

Falò 08.04.2025, 21:20

Al netto degli anni del Covid-19, quando il lockdown aveva spinto a bere di più, oggi c’è una maggiore attenzione alla sostenibilità, al legame con il territorio, e alla salute, e la preferenza va a vini freschi e leggeri, con una minore gradazione alcolica, non oltre gli 11-12 gradi. In questo quadro di netta riduzione della gradazione alcolica, i vini zero alcol incontrano il favore anche degli astemi, o di chi – in un determinato momento – per motivi religiosi, o di salute, o ancora di opportunità, non può assumere alcol. Resta solo da capire fin dove si spingerà la crescita dei vini dealcolati, alla luce dei suoi costi di produzione, superiori di circa il 30% rispetto ai tradizionali, con inevitabili conseguenze sul prezzo di vendita.

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Le sfide di Federviti

Il Quotidiano 05.04.2025, 19:00

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