“È un risultato forte che rispecchia la diversificazione che abbiamo a livello di attività: come gestori patrimoniali, come banca universale svizzera, come banca d’investimento e come gestore di fondi istituzionali. Ma anche dal punto di vista geografico (assistiamo a, ndr.) una forte crescita, come in Asia o negli Stati Uniti. Perciò ci sono diversi punti di forza”.
Si è espresso così ai microfoni della SSR il presidente della direzione generale di UBS Sergio Ermotti, dopo che oggi, mercoledì, la banca ha pubblicato i dati del terzo trimestre.
Due i dati salienti che balzano all’occhio: da una parte l’utile netto di 1,4 miliardi di dollari, più del doppio di quanto si attendevano gli analisti. Dall’altro, l’afflusso di capitali freschi ammontato a 25 miliardi di dollari, per un totale di averi in gestione pari a 6’200 miliardi.
Nel 2023, tra luglio e settembre la banca aveva invece registrato una perdita di ben 785 milioni di dollari, un risultato negativo in gran parte riconducibile ai costi di acquisizione di Credit Suisse. In merito a questo aspetto, Ermotti ha dichiarato che si è arrivati a metà dell’opera: “Stiamo facendo buoni progressi nell’integrazione di Credit Suisse. Dobbiamo ancora lavorare molto per ottenere i risultati che ci siamo prefissi. L’UBS di oggi guadagna la metà di quanto guadagnava prima dell’acquisizione di Credit Suisse e questo dà già una misura di quanto ci sia ancora da fare dal punto di vista della forza lavoro. In Svizzera l’integrazione comincerà nel 2025 e andrà fino al 2026. Non c’è nessun cambiamento fondamentale su quel fronte”.
Il commento di Sergio Ermotti
Telegiornale 30.10.2024, 12:30