Le tradizionali sirene, gli appelli in radio e la moderna applicazione Alertswiss non bastano per allarmare la popolazione in caso di maltempo. Ne è convinta la presidente della Federazione svizzera della protezione civile, che chiede l'introduzione del cosiddetto "cell broadcasting", ovvero la diffusione di un messaggio (SMS) su tutti i cellulari collegati in un determinato raggio. Sostiene che il sistema - basato su una tecnologia impiegata nella ricerca di criminali - può essere declinato in maniera semplice e mirata alle situazioni d'emergenza, non solo in caso di inondazioni, ma anche per esempio di incendi o di elevato pericolo di valanghe in aree circoscritte.
Il tema è d'attualità in Germania, dove il maltempo delle ultime settimane ha causato oltre 180 morti, ma secondo Maja Riniker se ne dovrebbe parlare anche in Svizzera, sebbene il bilancio sia stato molto più contenuto. Abbiamo avuto fortuna, per la 42enne consigliera nazionale argoviese, che presiede la federazione. La differenza rispetto ad Alertswiss, che avverte soltanto coloro che l'app l'hanno effettivamente scaricata, è che l'allerta verrebbe recapitata a tutti i telefonini (e quindi ai rispettivi proprietari) che si trovano nella regione colpita da un evento potenzialmente catastrofico.
Gli aspetti da chiarire riguardano il grado di pericolo a partire dal quale il sistema dovrebbe venire utilizzato - l'allerta deve essere almeno di grado 4, ritiene Riniker - e soprattutto la protezione della sfera privata. Sono invece superati gli ostacoli tecnici che una mezza dozzina di anni fa avevano indotto la Confederazione a scartare questa variante. L'Ufficio federale della protezione della popolazione ai giornali del gruppo CH Media, ha detto che il "cell broadcasting" è ancora un'opzione possibile. Un audit interno del Dipartimento federale della difesa, il cui contenuto è stato reso pubblico la settimana scorsa dalla NZZ am Sonntag, evidenziava lacune nel sistema attuale.