UBS dovrà pagare la cauzione di 1,1 miliardi di euro imposta dalla giustizia francese alla banca, accusata di aver organizzato un esteso sistema di istigazione alla frode fiscale. La Corte europea dei diritti dell'uomo, infatti, ha respinto il ricorso dell'istituto di credito.
La decisione, presa all'unanimità dai sette giudici, è definitiva e rappresenta un rovescio per la banca svizzera. I magistrati hanno sottolineato "la preoccupazione crescente e legittima che esiste sia a livello europeo che internazionale per i crimini finanziari, che rappresentano un comportamento socialmente inaccettabile, e la difficoltà nel lottare contro di essi."
UBS e la sua controllata francese UBS France sono incriminate per riciclaggio aggravato del provento di frode fiscale e per illecito reclutamento di clienti. Il 24 giugno la procura ha chiesto il rinvio a giudizio davanti a un tribunale di Parigi. Secondo gli inquirenti, UBS fra il 2004 e il 2012 ha messo in atto un meccanismo volto a incitare facoltosi clienti francesi ad aprire conti in Svizzera all'insaputa del fisco del loro paese. La frode ammonterebbe a 10 miliardi. UBS ha sempre respinto le accuse.
ATS/M. Ang.
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