Il via libera della Gran Bretagna al vaccino bivalente, visto anche da qui, rappresenta “sicuramente uno sviluppo importante nella lotta contro il coronavirus” dice ai microfoni della RSI il professor Alessandro Ceschi, direttore dell’Istituto di scienze farmacologiche della Svizzera italiana. La versione adattata del vaccino, continua l’esperto, “permette di combattere e quindi di prevenire i decorsi severi della malattia sia con la variante iniziale del virus, quindi quella definita di Wuhan, sia con Omicron, in particolare la Ba1”.
RG 12.30 del 16.08.2022 Il servizio di Andrea Ostinelli
RSI Info 16.08.2022, 14:43
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Contro questi due ceppi del virus il vaccino bivalente promette una risposta immunitaria “ampia e importante”. Ma non totale. “Per correttezza - continua Ceschi - va sottolineato che questa versione adattata di vaccino non contiene le sottovarianti Ba4 e Ba5 che sono adesso maggiormente prevalenti”. Anche per queste sottovarianti è tuttavia “in fase di sviluppo una versione adattata che potrà quindi rappresentare un ulteriore miglioramento di quest’arma contro il cornavirus”.
Alessandro Ceschi
Una richiesta di omologazione del vaccino bivalente è in corso anche in Svizzera, sia per Moderna sia per Pfizer. Quando arriverà luce verde da Swissmedic che sta vagliando i dossier? “Non ne ho visione diretta e non posso dare un’informazione precisa, ma mi attendo che a settembre, al più tardi ad inizio ottobre, dovrebbe esserci la decisione” conclude Ceschi.