Svizzera

Svizzera rapita in Mali

La missionaria già ostaggio nel 2012 è stata sequestrata a Timbuctu - Conferma del DFAE

  • 8 gennaio 2016, 12:32
  • 14 settembre 2023, 09:58
La missionaria era già stata rapita e poi liberata nel 2012

La missionaria era già stata rapita e poi liberata nel 2012

  • RTB

Una missionaria svizzera, Béatrice Stockly, è stata rapita nella notte tra giovedì e venerdì a Timbuctu, nel nord ovest del Mali, da uomini armati. Lo hanno comunicato fonti di sicurezza maliane. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), da noi contattato, ha confermato di essere a conoscenza di un presunto rapimento di una cittadina elvetica e ha comunicato di essere in contatto con le autorità locali e i rappresentanti della Confederazione nel paese.

La donna sarebbe stata prelevata dalla sua abitazione. La basilese era già stata vittima di un rapimento nell'aprile 2012 da parte un gruppo islamista. Era stata liberata una decina di giorni più tardi grazie a una mediazione del Burkina Faso.


Béatrice Stockly vive a Timbuctu da anni e nutre un attaccamento viscerale per la città e i suoi abitanti tra i quali porta avanti la sua missione caritatevole. Dopo il primo rapimento tutti le hanno sconsigliato di restare in Mali, ma lei non ha voluto andarsene ed abbandonare la sua opera nel paese martoriato dalla rivolta scoppiata a seguito del colpo di Stato del marzo 2012.

Fisico esile, volontà di ferro

Chi l'ha conosciuta laggiù, come testimonia alla RSI l giornalista Andrea De Georgio attivo in Mali, la descrive come una donna dal fisico esile, mossa da una forza di volontà ferrea.

Sul sito del DFAE viene indicato che il rischio di essere sequestrati in Mali è molto alto. "Dal 2009, molti stranieri, per lo più di origine europea, sono stati rapiti nelle zone del Sahara/Sahel. Tra di essi figuravano alcuni turisti, operatori di organizzazioni umanitarie e impiegati di società straniere", si legge.

Una coppia zurighese era stata rapita in Mali anche nel 2009. Berna ha sempre smentito di aver pagato riscatti per la loro liberazione. Il sito del DFAE avverte che "per non mettere in pericolo altri cittadini e per evitare di sostenere le organizzazioni criminali, uno stato deve rifiutare di pagare i riscatti. La Svizzera non paga pertanto nessun riscatto".

afp/ZZ


Dal TG20:

01:52

Cittadina svizzera rapita in Mali

Telegiornale 08.01.2016, 21:00


02:37

RG 18.30 del 08.01.16: la testimonianza di Andrea De Giorgio al microfono di Alan Crameri

RSI Info 08.01.2016, 19:04

02:37

RG 18.30 del 08.01.16: la testimonianza di Andrea De Giorgio al microfono di Alan Crameri

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