Gli svizzeri, fra tutti gli europei che concorrono a un posto di lavoro, sono quelli che più spesso vengono colti in flagrante per aver inserito dati non reali nel proprio curriculum. In particolare si ritoccano le cifre relative al salario precedente sperando di guadagnare di più. Ma non solo. Vengono anche millantate competenze tecniche, esperienze professionali, formazioni seguite e lingue straniere padroneggiate.
Lo mette in luce un studio della società di reclutamento Robert Half che ha interrogato 200 manager elvetici. In Svizzera, oltre due quadri su tre (68%) hanno già scartato un candidato dopo aver scoperto che questi aveva inserito informazioni false o esagerate nella documentazione.
Nel 22% dei casi i dati truccati riguardavano il guadagno. Nel resto d’Europa la quota è inferiore: 19% in Germania, 14% in Francia, 13% nel Regno Unito e 7% in Belgio.
Se gli imbrogli vengono identificati dopo che la persona è stata ingaggiata, rileva Robert Half, un licenziamento immediato o addirittura un indennizzo finanziario sono possibili.
Diem/ATS