Le vendite di auto elettriche in Svizzera sono in costante progressione e a marzo, per la prima volta, una vettura a batteria (Tesla Model 3) è stata il modello più venduto con oltre 1'000 unità consegnate. Stando a quanto riferisce l’associazione mantello degli importatori, Auto-Suisse, le elettriche pure sono progredite del 179,9% rispetto al marzo 2018 (da 663 a 1'856 unità), mentre su base trimestrale la progressione è del 131,6%.
Tuttavia, il rovescio della medaglia di questo notevole successo riguarda le batterie, per le quali rimane il problema del riciclaggio. Dovrà essere infatti elaborata un’industria del tutto inedita in Europa per far fronte a quest'effetto collaterale della trazione elettrica che si fa sempre più diffusa. David Czupryna, specialista nel settore dell’investimento durevole, ha spiegato a RTS che "la prima sfida è di gran lunga il poter estrarre i vari metalli che compongono tali accumulatori". Infatti, "ogni costruttore ha la sua tecnologia per assemblare le batterie", fatto che implica un possibile processo di smantellamento diverso per ciascun prodotto.
La seconda difficoltà consiste nell’estrarre tali metalli usando la minore energia possibile, visto che secondo l’esperto c’è la possibilità che l’impatto ambientale per recuperare i metalli renda il riciclaggio molto meno interessante sotto ogni aspetto. Czupryna segnala che "si avranno milioni di batterie per auto elettriche da riciclare ogni anno, il che equivale a decine di milioni di tonnellate di metalli da estrarre" e perciò serviranno capacità industriali "che siano all’altezza di tale sfida".