Berna sta valutando se partecipare alla task force internazionale per rintracciare i fondi degli oligarchi russi vicini a Putin. Lo ha reso noto venerdì il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR), confermando una richiesta in tal senso formulata dagli ambasciatori dei Paesi del G7, come riportato dalla "Handelszeitung".
"Il Consiglio federale è a conoscenza di una lettera firmata dai rappresentanti diplomatici di Francia, Italia, Germania, Stati Uniti, Canada, Giappone e Regno Unito sulla questione della task force 'Russian Elites, Proxies and Oligarchs' (Repo)", ha precisato il DEFR. Nella missiva, gli ambasciatori del G7 invitano il governo svizzero a collaborare maggiormente nella ricerca del denaro degli oligarchi. Il Consiglio federale non ha ancora discusso della lettera e l'ha trasmessa per una prima analisi al DEFR e alla Segreteria di Stato dell'economia (SECO), responsabile per le sanzioni. "Se e come la Svizzera possa partecipare alla Task Force è attualmente oggetto di esame da parte degli organi federali coinvolti", ha confermato Hugo Wyler del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca, ai microfoni della RSI.
Un dibattito aperto
Il Consiglio federale non ha ancora risposto alla lettera che chiede quanto la sinistra svizzera caldeggia da tempo.
Di di parere diverso l'UDC, secondo cui la Svizzera congela già tanti averi russi. Come sottolineato ai microfoni di RTS da Jean-Luc Addor, consigliere nazionale democentrista: "In ogni caso la Svizzera non deve fare di più. Se lo facesse, si metterebbe ancora più chiaramente dalla parte della NATO e contro la Russia in questa guerra che non è nostra. E violerebbe la neutralità ancora di più di quanto non stia già facendo".
Fino alla fine dello scorso novembre nelle banche elvetiche sono stati congelati 7,5 miliari di franchi. Secondo Scott Miller, l'ambasciatore degli Stati Uniti in Svizzera, si potrebbero bloccare altri 50 - 100 miliardi dietro i quali si nascondono fondi legati al potere russo. La Confederazione per ora si limita a far parte della task force europea e si dice aperta a tutte le segnalazioni utili che può ricevere dall'estero.