Prelevare un'imposta sui biglietti aerei avrebbe un impatto marginale sulle emissioni di gas serra prodotte e farebbe perdere oltre 3'000 posti di lavoro entro il 2037. È quanto conclude IATA, organizzazione mantello dei vettori aerei, in uno studio presentato martedì e che concerne il futuro del settore dell'aviazione civile in Svizzera.
Dopo che da una commissione della Camera dei cantoni è stata rivalutata la possibilità di introdurre una simile imposta con la nuova legge sul CO2, le compagnie aeree sono sulla difensiva. Jürg Müller, esponente del gruppo d'interesse delle compagnie aeree elvetiche, paventa spostamenti verso altri scali europei, ricordando che laddove già esistono, i balzelli di questo tipo hanno importi diversi, mentre in Svizzera si auspicano dai 30 e fino a 120 franchi per i viaggi più lunghi.
Inoltre, chi opera nel settore rimarca che altri sforzi si stanno facendo: infatti è già stato concepito un progetto internazionale denominato “Corsia”, che dal 2021 prevede misure di compensazione delle emissioni inquinanti. Si tratta però di un'iniziativa che il fronte ecologista ritiene troppo debole e poco incisiva.