Una tecnologia svizzera è massicciamente impiegata nella costruzione dei velivoli senza pilota e dei missili russi utilizzati nel conflitto in Ucraina. Un'equipe di ricercatori britannici, riferisce il SonntagsBlick, ha trovato dei microprocessori di STMicroelectronics in diversi sistema d'arma. La società internazionale, nata dalla fusione di un gruppo italiano e uno francese negli anni Ottanta, ha sede a Ginevra. Con i suoi oltre 48'000 dipendenti in 35 paesi è uno dei più grandi produttori mondiali di componenti elettronici.
I microchip in questione sono stati individuati, tra migliaia di altre componenti prodotte da aziende di tutto il mondo (a cominciare dagli Stati Uniti), dai ricercatori del Royal United Services Institute for Defence and Security Studies (RUSI). Il think tank di Londra ad agosto ha dedicato all'utilizzo della tecnologia occidentale da parte dell'industria bellica un lungo rapporto intitolato "Silicon Lifeline: Western Electronics at the Heart of Russia's War Machine" (L'elettronica occidentale al centro della macchina da guerra russa) e continua a monitorare i canali di rifornimento attraverso i quali negli ultimi mesi sarebbero state aggirante le sanzioni per ottenere le componenti necessarie alla fabbricazione dei droni Orlan-10 usati anche per guidare i colpi dell'artiglieria. Stando alle loro valutazioni la Svizzera "era il quarto produttore di componenti unici presenti nei sistemi d'arma russi".
I microprocessori di STMicroelectronics sono stati trovati nei controller di volo, nei sistema di navigazione e posizionamento e nella scheda di controllo dell'alimentazione dei droni Orlan-10, E95M, Eleron-3SV e KUB-BLA. Nel sistema di navigazione satellitare del missile da crociera subsonico Kh-101 (usato anche in attacchi recenti sui territori ucraini) è invece stato trovato un transistor della stessa azienda elvetica. Secondo il RUSI le forze armate russe "devono essere state in grado di acquisire questi componenti in quantità significative prima dell'invasione dell'Ucraina nel febbraio 2022".
La direzione del gruppo basato a Ginevra non ha risposto alla richiesta di spiegazioni del domenicale. "Siamo a conoscenza di componenti legati alla Svizzera che sono stati trovati in sistemi d'arma russi in Ucraina", ha dichiarato Antje Baertschi, portavoce della Segreteria di Stato dell'economia (SECO). Secondo le spiegazioni fornite, questi componenti sono beni industriali prodotti in serie che non erano soggetti a restrizioni commerciali fino all'inizio della guerra a febbraio, ha aggiunto.