Le case di cura elvetiche ci vanno giù pesante con i farmaci neurolettici, che vengono somministrati per sedare residenti particolarmente difficili da gestire. Lo conferma un nuovo studio di UBA, il Centro di competenza vecchiaia senza violenza della Svizzera tedesca. Centro che rilancia così la discussione su un grosso problema, del quale si parla però molto poco.
Troppi farmaci agli ospiti delle case anziani svizzere: ospite Franco Tanzi
SEIDISERA 12.05.2022, 20:27
Stando ai dati che riguardano 619 case di cura della Svizzera tedesca e che si riferiscono al 2019 e al 2020, quasi a due residenti su cinque vengono somministrati dei farmaci neurolettici, anche quando non ce ne sarebbe alcun bisogno. Questi farmaci sono infatti indicati per curare psicosi come schizofrenia o disturbi bipolari, ma l'utilizzo di medicamenti off label, ossia al di fuori della loro indicazione nei pazienti geriatrici è una prassi frequente. E secondo gli autori dello studio, non di rado è il personale che chiede al medico curante di prescriverli per riuscire a gestire anziani difficili, particolarmente "testardi" o aggressivi. A questo proposito il Centro vecchiaia senza violenza ricorda che, anche stando a un sondaggio dell'Ufficio federale della sanità, il personale di queste strutture dichiara di avere generalmente troppo poco tempo da dedicare ai pazienti. Questo perché deve trascorrere troppe ore davanti al computer per sbrigare le questioni amministrative. E così, per calmare gli anziani particolarmente irrequieti, si ricorre ai farmaci neurolettici.
In generale, secondo il nuovo studio, nelle case di cura per anziani si somministrano troppi farmaci. Quasi alla metà dei residenti, ogni settimana, vengono prescritti nove o più preparati. Un altro dato che ha sorpreso e che inquieta gli autori. Ma quello che più li preoccupa è l'abuso delle sostanze neurolettiche, a causa degli effetti collaterali, come colpo apoplettico, incontinenza, ma anche profonda letargia. Queste sostanze non migliorano la situazione, ma possono avere effetti devastanti su chi li assume. Stando uno degli autori dello studio, Albert Wettstein, un ex medico comunale di Zurigo, gli anziani sedati con i neurolettici non sono più in grado di provare gioia e ritengono che la loro sia un'esistenza che non merita più di essere vissuta.