Svizzera

UBS-Credit Suisse, le reazioni politiche

Le voci di una possibile unione fra le due banche svizzere fanno discutere in Parlamento - L'analisi: posti di lavoro a rischio

  • 15 settembre 2020, 11:55
  • Ieri, 18:33
01:40

RG 08.00 del 15.09.20 - Il servizio da Berna di Alan Crameri

RSI Info 15.09.2020, 11:45

  • keystone
Di: RG/ac/mm 

Le voci di una possibile fusione tra UBS e Credit Suisse creano scompiglio in Parlamento. Da una parte ci sono incognite su come gestire un'eventuale banca così grande, che unisce due istituti già oggi troppo grandi per fallire. Dall'altra ci sono le implicazioni economiche.

Sulle speculazioni di solito i politici non si esprimono. Ma in questo caso fanno eccezione. La socialista Jacqueline Badran, sempre severa con i potenti dell'economia, questa volta ci sorprende. "Nel mondo bancario contano le dimensioni - afferma - dicendo di essere sorpresa che i due maggiori istituti svizzeri non siano fusi già da tempo". È l'unico modo secondo lei per tener testa alla concorrenza globale.

A preoccuparsi è invece Thomas Matter, UDC, lui stesso proprietario di una piccola banca. Sarebbe una catastrofe, dice: diminuirebbero la concorrenza, le filiali per i clienti, e poi - per istituti minori come il suo - verrebbe a mancare un partner di qualità dove depositare i propri attivi. La legge infatti gli impedisce di mettere tutto presso una o poche banche.

Ci sono poi le incognite su come gestire una banca ancora più grande, di certo troppo grande per fallire. Per il liberale Alex Farinelli l'attuale legge sul cosiddetto "too big to fail" potrebbe anche bastare. "Ovviamente una banca più grande creerebbe un problema un po' più grande, ma il grosso nodo sarebbero i posti di lavoro in Svizzera che verrebbero eliminati da una fusione tra queste due banche", osserva.

03:47

Indiscrezioni su una fusione tra UBS e Credit Suisse

Telegiornale 14.09.2020, 22:00

L'analisi

UBS e Credit Suisse insieme occupano 120'000 persone in tutto il mondo, delle quali 35'000 in Svizzera. Una fusione costerebbe 15'000 posti di lavoro, di cui 5'000 nella Confederazione, sempre secondo le indiscrezioni di “Inside Paradeplatz”. Inoltre bisognerebbe vedere se le autorità sarebbero disposte ad accettare una fusione di questo genere, dal momento che verrebbe a crearsi una superbanca, creando problemi di concorrenza. A meno che si chieda di escludere le attività svizzere da tutta l'operazione, questo per mantenere un certo equilibrio. Ma al momento si tratta di discorsi ipotetici: una fusione del genere avrebbe senso, ma poi i termini saranno tutti da discutere tra i molti attori coinvolti, politica compresa.

Correlati

Ti potrebbe interessare