La votazione federale di ieri, che ha sancito una secca bocciatura per il testo sulla responsabilità ambientale, segna l’ennesima sconfitta per i promotori di iniziative ecologiste: dopo biodiversità, allevamento di massa e pesticidi, non si è forse raggiunta una certa saturazione su questi temi?
“Non credo”, risponde Gaëlle Valterio, copresidente dei Giovani Verdi nel canton Vaud, citando altri riscontri dalle urne negli ultimi anni: come il “sì” alla legge sul clima (con l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050) e il “no” al potenziamento della rete autostradale. E il clima, inoltre, resta al secondo posto nei sondaggi nella graduatoria delle preoccupazioni degli svizzeri.
Intanto, però, il “no” emerso ieri dalle urne, espresso da quasi il 70% dei votanti e da tutti i cantoni, assume una valenza inequivocabile. La stessa che veniva auspicata dallo schieramento dei contrari. L’Unione svizzera dei contadini ad esempio non ambiva ad una semplice bocciatura, ma voleva un “no” che lasciasse il segno per porre fine alle varie rivendicazioni ambientaliste arrivate negli ultimi anni alle urne.
Soddisfatta anche Economiesuisse: “È un no a misure troppo estreme”, commenta la presidente Monika Rühl, riconoscendo però che è più semplice fissare obiettivi lontani rispetto al decidere rinunce immediate: “Non è cosa facile: vogliamo ridurre le nostre emissioni di CO2 e al tempo stesso mantenere la crescita”, assicurando così “il nostro benessere”, ammette.
Un benessere basato sulla libertà di consumare, alla quale gli svizzeri non disposti a rinunciare volontariamente. E un nuovo sondaggio, i cui esiti sono stati pubblicati proprio dopo la votazione, evidenzia che non vogliono essere limitati dalla protezione ambientale.
Voti
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Cantoni
Necessaria anche la maggioranza dei cantoni
https://www.rsi.ch/info/dossier/votazioni-federali/Responsabilit%C3%A0-ambientale--2445016.html