C’è un aspetto che rende unica la produzione del formaggio a Tilsit, nel canton Turgovia. “Per far funzionare i vari macchinari abbiamo bisogno di energia e questa la produciamo grazie al nostro impianto a biogas e quello fotovoltaico. – spiega Otto Wartmann, proprietario del caseificio Tilsiter - Anche l’acqua bollente che scorre nella caldaia viene riscaldata con il calore di scarico dell’impianto a biomassa”.
L’energia viene generata dal letame prodotto dagli animali. Un circuito chiuso quindi, che permette al caseificio di funzionare in modo autarchico. E da un anno anche di produrre il primo formaggio della Svizzera climaticamente neutrale.
“Cerchiamo sempre di comunicare chiaramente che è la produzione a non causare gas a effetto serra. – spiega Wartmann - Per la materia prima, ossia il latte, stiamo tentando di ridurre il più possibile le emissioni. Ma arrivare a 0 sarà probabilmente impossibile”.
Il progetto del casaro di Tilsit nasce in un contesto molto attuale, in cui si parla sempre più spesso di sostenibilità e neutralità climatica. L’agronomo Gianluca Giuliani si pone però una domanda: “riuscirà il consumatore a leggere questa etichetta nel modo corretto? Il produttore l’ha fatto in modo corretto e ha detto: io nel mio processo sono a effetto zero, ma in tutta la catena di produzione al momento non sarà ancora così e sarà difficile far passare questo messaggio”.
Nonostante i dubbi, secondo Giuliani l’idea del formaggio climaticamente neutrale va nella giusta direzione: “sempre più contadini ma anche trasformatori quindi sostanzialmente tutta la catena agroalimentare fino ai grandi distributori si sta muovendo in questo senso e si sta coordinando sempre di più”.
Un interesse che percepisce anche il caseificio turgoviese. Sulle vendite però il formaggio prodotto a emissioni 0 non ha ancora avuto un grande influsso.
“C’è bisogno di tempo per introdurre un nuovo prodotto. – chiosa Wartmann - Anche la clientela deve capire di cosa si tratta, quali sono i vantaggi pure a livello di prezzi. Chiariti questi punti, speriamo che le vendite aumentino”.
E questo dipenderà dai consumatori e dalla loro capacità di muoversi fra le diverse nuove etichette presenti sui prodotti.