Svizzera

Un inquinamento invisibile, ma ben presente

Per la prima volta "setacciato" il suolo svizzero a caccia delle PFAS, sostanze chimiche potenzialmente pericolose per salute e ambiente: presenti nell'80% dei terreni

  • 11 gennaio 2023, 05:54
  • 20 novembre, 12:12
06:01

Prima mappatura svizzera delle sostanze nocive PFAS

SEIDISERA 10.01.2023, 19:47

  • ZHAW
Di: SEIDISERA/L. Dick/ATS/M. Ang. 

Un gruppo particolare di sostanze chimiche (le PFAS), potenzialmente pericolose per la salute e l'ambiente, contaminano anche il suolo svizzero e, per la prima volta, abbiamo una mappatura della loro presenza nei terreni della Confederazione. Lo studio sulle sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate condotto dall'Università di Zurigo di scienze applicate (ZHAW) e Agroscope (il centro di competenza per la ricerca agronomica), su mandato della Confederazione, ha esaminato e valutato per la prima volta i livelli di 32 composti su incarico dell'Ufficio federale dell'ambiente. Sono stati tutti trovati nell'80% dei suoli esaminati, in tutte le regioni della Svizzera, anche in quelle più discoste. E l'80% dei terreni analizzati contiene tra 0,5 e 4,1 microgrammi (µg) di queste sostanze (per ogni chilo di terra). La mediana è di 1,4 µg/kg, il 33% in più di quanto misurato recentemente in Svezia. Non è stato possibile determinare chiaramente il motivo di questa differenza, si legge nel comunicato diffuso dai ricercatori.

"Elevati livelli di inquinamento in Ticino"

Alcune quantità riscontrate, inoltre, superano addirittura i 6 microgrammi (zone del Ticino comprese, nella cartina riportata sotto appaiono come punti arancioni). "Quanto sia grave non possiamo giudicarlo al momento, perché non sappiamo esattamente quanto questa quantità influisca, ad esempio, sui prodotti alimentari. E non riusciamo neppure a spiegare perché un valore così alto sia stato rilevato, ad esempio, nell'estremo sud del Ticino, rispetto ad altre regioni. Bisogna continuare la ricerca", spiega ai microfoni della RSI Basilius Thalmann, esperto in questo campo alla ZHAW.

La concentrazione delle PFAS nel suolo svizzero

La concentrazione delle PFAS nel suolo svizzero

  • Università di Zurigo di scienze applicate ZHAW

Esperti e autorità sono preoccupati

Le PFAS (un gruppo di sostanze chimiche diverse, poco note ai più, ma molto diffuse), stanno destando sempre più preoccupazione tra gli esperti e le autorità; sono presenti in numerosi prodotti di uso quotidiano, come i detergenti, gli indumenti per esterni o i rivestimenti per le pentole e sono potenzialmente tossiche ed estremamente longeve.

Questo gruppo di sostanze comprende più di 10'000 composti diversi ed è stato utilizzato per decenni, in numerosi processi industriali e prodotti di uso quotidiano in tutto il mondo, per le proprietà idrorepellenti e oleorepellenti. Tuttavia, molte PFAS rimangono nell'ambiente, nella catena alimentare e nel sangue degli esseri umani. La principale fonte di assunzione di PFAS nell'uomo è il cibo, compresa l'acqua potabile. Due tra le PFAS - l'acido perfluoroottanoico (PFOA) e l'acido perfluoroottansolfonico (PFOS) - oggi in Europa sono vietate, a causa dei loro effetti nocivi sulla salute. Ma altre PFAS continuano a essere utilizzate.

Contaminati anche cibo e acqua potabile

Vietate o meno, tuttavia, queste sostanze continuano a essere rilevate nell'ambiente, negli alimenti o nell'acqua potabile. E oggi abbiamo una mappatura della loro presenza in Svizzera. I due composti PFOA e PFOS sono stati trovati in tutti i 146 campioni di suolo superficiale. Nel selezionare le aree di misurazione, non ci si è concentrati sui siti potenzialmente inquinati. Sono state invece analizzate diverse regioni, tipi di utilizzo e zone climatiche, sottolinea il comunicato.

"Il rischio di queste sostanze è notevole"

"Penso che la cosa importante (ed è per questo che abbiamo fatto questa ricerca), sia sapere che queste sostanze ci sono. Sono lì. Ci restano e si infiltrano nel terreno. Dobbiamo così pensare a come trattarle", spiega alla RSI Basilius Thalmann. "Il problema di fondo è che questi composti sono persistenti, non si degradano nell'ambiente. Per questo motivo sono chiamati anche "forever chemicals". Inoltre, esistono prove della tossicità di queste sostanze e l'Autorità europea per la sicurezza alimentare ha abbassato i limiti di tolleranza, per quanto riguarda il cibo, solo l'anno scorso. E di anno in anno diventa evidente che il rischio di queste sostanze è notevole".

PFAS anche nelle aree remote della Svizzera

Non è stato possibile stabilire una correlazione diretta della concentrazione di esposizione con l'uso del suolo. I siti alpini presentano le concentrazioni più basse, ma le PFAS sono state trovate anche in aree remote della Svizzera. Di conseguenza, nello studio non è stato possibile individuare una fonte specifica delle PFAS. I risultati suggeriscono un apporto molto diffuso di PFAS nei suoli svizzeri e possono essere considerate come concentrazioni di fondo. Tuttavia, per i terreni più fortemente inquinati, non si possono escludere fonti specifiche, come i fanghi di depurazione.

La sostanza più comune nelle concentrazioni di PFAS nel suolo è il PFOS. Il dato è coerente con la conclusione dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) secondo cui il 50% dell'esposizione umana ai PFAS è dovuta ai PFOS. Il rischio per l'uomo e per l'ambiente derivante dalle concentrazioni di PFAS riscontrate non può ancora essere valutato in modo definitivo. Negli esperimenti sugli animali, alcuni di essi hanno un effetto dannoso per il fegato, tossico per la riproduzione e immunotossico. Data la presenza ubiquitaria nei suoli svizzeri, occorre verificare se esiste un pericolo cronico, sia per ingestione diretta del suolo che per via alimentare.

Le PFAS in tessuti, imballaggi, scatole della pizza e sciolina

L'industria impiega le PFAS, dalla metà del secolo scorso, per vari scopi: vengono utilizzate per impermeabilizzare prodotti tessili o il cuoio, per le confezioni di cibo o le scatole della pizza. Migliorano inoltre la scorrevolezza e possono essere impiegate nella sciolina o in certi colori, ma sono usate anche in tessuti, imballaggi e schiume anti-incendio. In quantità elevate possono nuocere alla salute.

I rischi per la salute

Il problema è dato dall’accumulo nell’organismo di queste sostanze. Alcuni studi suggeriscono che le PFAS potrebbero influire sulla fertilità e sullo sviluppo del feto. Altri che potrebbero aumentare il rischio di colesterolo, obesità, nonché di alcuni tipi di cancro (prostata, reni e testicoli).

Alcune aziende si sono impegnate a fermare, entro il 2025, la produzione e l'utilizzo delle PFAS.

Il 12 dicembre scorso il Consiglio degli Stati ha appoggiato tacitamente, con il sostegno del Governo, una mozione che chiede alla Svizzera di fare di più per combattere le PFAS. L'uso dei PFOS è stato vietato in Europa dal 2010 e quello dei PFOA dal 2020, come pure i loro derivati. Divieti applicati anche dalla Svizzera. Tuttavia, queste sostanze sono ancora presenti nell'ambiente, nella catena alimentare e nell'uomo, ha dichiarato Marianne Maret (Centro/VS). I rischi per la salute sono molto più preoccupanti di quanto si pensasse inizialmente. La dose settimanale ammissibile è stata drasticamente abbassata, cosicché tutti si trovano ad affrontare esposizioni che potrebbero essere considerate problematiche. Il Consiglio federale deve quindi intervenire, chiede la mozione di Marianne Maret. Devono essere definiti i valori limite e le condizioni per lo smaltimento dei materiali, la valutazione dell'inquinamento del suolo e del sottosuolo e i requisiti di scarico delle acque. Attualmente alcuni cantoni hanno riconosciuto il problema svolgendo indagini. La mancanza di valori di riferimento per la gestione dell'inquinamento dell'acqua e del suolo complica il loro lavoro, secondo Marianne Maret.

Per fare il punto della situazione, alla luce dei risultati dello studio della Zhaw, la RSI ha intervistato Rolf Kettler, collaboratore scientifico della sezione "Siti contaminati" dell'Ufficio federale dell'ambiente, sezione che accompagna i progetti di ricerca per la gestione di siti inquinati, e coordina e sostiene i Cantoni nei risanamenti.

Quello che ha sorpreso i ricercatori è che queste sostanze sono state trovate anche in zone discoste e ovunque in Svizzera. Cosa vi ha colpito di questo studio? I risultati vi preoccupano o confermano quello che già pensavate?

"I risultati confermano ciò che studi analoghi hanno dimostrato anche all'estero, in Germania o in Svezia, ad esempio. Il livello di contaminazione è simile. La Svizzera non fa eccezione. L'anno scorso c'è stato uno studio, dove si è cercato queste PFAS nella pioggia. E sono state trovate ovunque, anche in regioni molto remote. Quindi queste sostanze sono presenti in tutto il mondo. In qualsiasi campione che si analizza, si trovano".

State pensando alla bonifica dei terreni?

"Non possiamo, ma neppure vogliamo risanare l'intera Svizzera. Dobbiamo convivere con questa contaminazione, ma dove ci sono siti fortemente inquinati, allora lì si agisce. Si tratta di aree in cui queste sostanze sono state utilizzate in grandi quantità: ad esempio dove sono divampati grandi incendi (e quindi si sono usate le schiume anti-incendio), oppure nelle zone industriali, dove si rivestono oggetti in metallo. Anche le discariche possono essere fonti di PFAS rilevanti. Il problema è che questo gruppo di sostanze non è molto conosciuto, nemmeno a livello internazionale. I composti hanno tossicità molto diverse e questo rende tutto molto difficile. Abbiamo un gruppo di lavoro che, in questo momento, sta cercando di definire i principi d'indagine. In altre parole, quali valori di bonifica dovrebbero essere applicati in Svizzera. Speriamo di avere risposte concrete entro la fine dell'anno".

In base al principio di precauzione, l’impiego delle PFAS dovrebbe essere limitato a utilizzi indispensabili e il loro rilascio nell’ambiente deve, per quanto possibile, essere ridotto al minimo. Solo due di queste sostanze sono ufficialmente vietate (PFOS e PFOA). Cosa si sta facendo per mettere in pratica questo principio per le altre sostanze?

"Per quanto riguarda l'immissione di sostanze sul mercato, la Svizzera segue le norme internazionali, in particolare quelle dell'Unione europea. Nel caso di inquinanti organici persistenti come questi, in Svizzera c’è anche un’ordinanza specifica. Attualmente esistono tre gruppi di sostanze PFAS che sono state limitate e questi gruppi comprendono anche tutti i composti derivati. In totale sono dunque diverse centinaia le sostanze già vietate. In che misura ci saranno ulteriori divieti in futuro? Questo dipende da come si svilupperà la situazione in Europa. Ma è chiaro che, se ci saranno ulteriori divieti, la Svizzera seguirà l'esempio".

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