Per quanto piccola c’è ancora una speranza: se si salvaguardasse il clima a livello globale, un quarto dei ghiacciai svizzeri potrebbe essere salvato. La speranza è ridotta, se si considera l’atteggiamento di leader mondiali come il presidente USA Donald Trump, che nega i cambiamenti climatici. I leader mondiali, invece, dovrebbero far tesoro degli avvertimenti lanciati dagli scienziati per salvare quello che resta del nostro Pianeta. Tra questi anche quelli di diversi glaciologi riuniti oggi (venerdì) davanti ai media sullo Jungfraujoch, nell’Oberland bernese, che hanno ribadito: la Svizzera ha raggiunto il “picco idrico”. I ghiacciai si sono già sciolti a tal punto che in futuro libereranno meno acqua ogni anno.
“Finora la carenza d’acqua è stata mascherata da quella aggiuntiva proveniente dallo scioglimento, ma ora il fenomeno sta lentamente diminuendo”, ha affermato in conferenza stampa il glaciologo Matthias Huss, del Politecnico federale di Zurigo (ETHZ).
Dal 2000 i ghiacciai svizzeri hanno già perso circa il 40% della loro massa. In futuro, pertanto, la quantità d’acqua si ridurrà notevolmente, soprattutto nelle estati calde e secche, con ripercussioni su gran parte dell’Europa attraverso i principali fiumi come Reno, Rodano, Po e Danubio.
Condizioni avverse anche nel 2025
Dal 1850 in Svizzera si è persa un’area di ghiaccio grande quanto il canton Uri e oltre 1’000 piccoli ghiacciai sono scomparsi completamente. “Gli ultimi anni sono stati estremi”, ha proseguito Huss, sottolineando che nei soli anni 2022 e 2023 hanno perso complessivamente il 10% del loro volume. E le condizioni non sono buone nemmeno quest’anno. Secondo le prime misurazioni, la quantità di neve sui ghiacciai è molto al di sotto della media, in particolare nella Svizzera orientale.
Secondo i ricercatori, è probabile che il 90% dei ghiacciai svizzeri scompaia entro la fine del secolo, tanto che non rimarrebbe alcun ghiacciaio al di sotto dei 3’200 metri. Il loro continuo ritiro avrà molteplici conseguenze. Il paesaggio cambierà in modo significativo e le regioni turistiche delle Alpi dovranno adattare la loro offerta. Inoltre, pericoli naturali come frane e inondazioni saranno sempre più frequenti.
“Swissinfo” con Marija Alberti Miladinović
Stampa Nazionale 21.03.2025, 08:02
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Serve subito una drastica riduzione delle emissioni di gas serra
Malgrado ciò, oltre un quarto dei ghiacciai svizzeri potrebbe essere salvato grazie a una buona salvaguardia del clima a livello globale, ha sottolineato l’Accademia svizzera delle scienze (SCNAT), pubblicando oggi, in occasione della prima Giornata mondiale dei ghiacciai, una scheda informativa sul tema. Il documento riassume lo stato attuale delle conoscenze, le conseguenze e le possibili opzioni di intervento.
Solo una riduzione drastica delle emissioni di gas a effetto serra può garantire la conservazione a lungo termine dei ghiacciai. “Tutto il resto è un controllo dei sintomi”, ha detto Andreas Linsbauer, dell’Università di Zurigo, riferendosi alle misure di salvataggio come la copertura del ghiaccio con teli o la creazione di neve artificiale sui ghiacciai. “Purtroppo, queste sono solo gocce nell’oceano”, ha aggiunto Martina Barandun, dell’Università di Friburgo. Queste misure funzionano solo a breve termine e, sebbene siano certamente giustificate, ad esempio per le stazioni sciistiche, non possono fermare la perdita globale di ghiacciai, che “fanno parte della nostra identità”, ha concluso Barandun.
Una memoria di ghiaccio
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