L’arrivo in Svizzera del farmaco di Johnson&Johnson permetterà, dalla prossima settimana, di vaccinarsi contro il Covid-19 con un prodotto che non è basato sulla tecnologia cosiddetta a RNA messaggero. Quali diversi meccanismi fa tuttavia scattare nel corpo umano rispetto a quelli di Pfizer e Moderna? E quali sono le differenze in termini di efficacia ed effetti collaterali?
Swissmedic, l’istituto svizzero per gli agenti terapeutici, in un filmato pubblicato sul suo sito riassume il funzionamento dei vari tipi di vaccino: quelli vettoriali come il preparato Janssen di Johnson&Johnson usano virus non pericolosi per traghettare pezzi di DNA. Pfizer e Moderna invece usano grassi, con al loro interno una trascrizione di DNA, il cosiddetto RNA messaggero. Ma in fine dei conti, ci spiega il professor Alessandro Ceschi, unico esperto esterno della taskforce federale sulla sicurezza dei vaccini, la differenza è minima: “Entrambi i vaccini, con tecnologie e modalità un po’ diverse, mirano a ottenere esattamente la stessa cosa: stimolare il sistema immunitario dell’individuo affinché produca anticorpi e cellule del sistema immunitario pronte ad attaccare il virus SARS-CoV2”.
Nuovo vaccino disponibile in Svizzera
Telegiornale 29.09.2021, 22:00
Tutti producono la proteina spike
Entrambe le tecnologie inducono il corpo a produrre proteine spike, quelle della corona del coronavirus. Sono farmaci relativamente recenti, ma consolidati, assicura il primario dell'istituto di scienze farmacologiche dell'EOC. Ceschi invita dunque i pazienti a informarsi, più che sui dettagli di funzionamento, su altri aspetti, come gli effetti collaterali: quelli non gravi sono simili e abbastanza frequenti - febbre, malessere, eccetera - e dimostrano una reazione in fondo auspicata. Gli effetti più gravi invece si manifestano molto raramente, al di sotto dei dieci casi su un milione.
Vantaggi logistici
La protezione di Johnson&Johnson è leggermente più bassa rispetto agli altri due, ma comunque elevata: secondo i test evita l'85% dei decorsi gravi. Alessandro Ceschi definisce molto elevata anche la protezione contro la variante Delta. Questo prodotto ha poi alcuni vantaggi logistici: al di là dell'unica somministrazione, si può conservare a temperature più elevate - tra 2 e 8 gradi - e non sono quindi necessari i congelatori a bassissime temperature usati per vaccini di Pfizer e Moderna.